L’orizzonte del debito pubblico italiano si è recentemente arricchito con l’introduzione di nuovi titoli di Stato, i BTP a 7 anni e la riapertura di quelli a 30 anni, che hanno suscitato un’eccezionale curiosità da parte del mercato internazionale. Il dettaglio di queste operazioni, diffuso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), rivela una composizione di investitori stranieri prevalente, che ha dimostrato un marcato interesse verso la solidità e l’attrattività degli asset italiani.
La quota di sottoscrizione da parte di questi investitori internazionali ha raggiunto una percentuale significativa: l’81,1% per i nuovi BTP a 7 anni e l’80,9% per quelli a 30 anni. L’elevato interesse si manifesta non solo in meri numeri, ma anche nella composizione geografica dei partecipanti, con un preponderante impegno da parte dell’Europa, ma con una partecipazione rilevante anche da altre regioni globali.
Il totale delle emissioni per questi titoli ha totalizzato 13 miliardi di euro, contro una domanda di oltre 200 miliardi di euro, segno di uno straordinario sovrassottoscrizione che mette in luce la fiducia e l’appetito degli investitori. Il raffronto tra la domanda per il nuovo BTP a 7 anni, circa 99 miliardi di euro, e quello a 30 anni, quasi 107 miliardi, sottolinea un bilanciato interesse per investimenti a medio e lungo termine.
Un’analisi del profilo degli investitori mostra che i fund manager hanno giocato un ruolo cruciale, assorbendo più della metà dell’emissione a 30 anni (53,6%) e quasi la metà a 7 anni (46,9%). Le banche hanno sottoscritto circa il 30% del BTP a 7 anni, e il 26,7% di quello a 30 anni. Importante anche la partecipazione di investitori a lungo termine come fondi pensione, assicurazioni e istituzioni governative, che insieme hanno rappresentato una quota significativa sia nei BTP a 7 che a 30 anni.
Dall’analisi geografica emerge che il Regno Unito ha sostenuto fortemente l’iniziativa, con il 21% di partecipazione per i BTP a 7 anni e il 22,7% per quelli a 30 anni. Altri paesi europei come Francia, Germania, Austria e Svizzera, la Penisola Iberica e i Paesi Scandinavi hanno mostrato un sostegno marcato, riflettendo una fiducia diffusa nell’euro e nelle prospettive economiche italiane.
L’operazione di collocamento è stata gestita tramite un consorzio di sei lead manager internazionali, tra cui figurano enti di spicco come Deutsche Bank, Goldman Sachs Bank Europe, Intesa Sanpaolo, J.P. Morgan, Morgan Stanley Europe e Nomura Financial Products Europe, a dimostrazione della statura e del calibro internazionale dell’intera operazione.
Questo forte interesse internazionale nei nuovi BTP italiani non solo consolida la posizione dell’Italia sul mercato globale del debito, ma segnala anche un’evoluzione potenzialmente positiva per la stabilità finanziaria del paese. Con tale rinforzato profilo di credibilità, l’Italia è ben posizionata per sfruttare tali opportunità finanziarie in modo strategico, proseguendo nel percorso di crescita e sviluppo economico.