In un contesto economico in cui l’inflazione rimane un argomento centrale per le politiche monetarie e per le decisioni di spesa delle famiglie, il settore turistico mostra segnali di modifiche significative. Secondo gli ultimi dati elaborati da Demoskopika, il mese di settembre ha segnato un rallentamento notevole nell’inflazione turistica, attestandosi al 3,8% su base annua, rispetto al 4,6% registrato nel mese precedente.
Questo decremento dell’1,3% su base mensile nel tasso di inflazione turistica non è un dato isolato, ma parte di una tendenza più ampia che sta interessando diverse categorie di spesa all’interno del settore. Ad esempio, i pacchetti vacanza, che rappresentano una componente significativa delle spese turistiche, hanno visto una riduzione del loro incremento di prezzo, scendendo da una crescita annua del 23,2% a una del 13,0%. Inoltre, i servizi di trasporto hanno mostrato una regressione ancora più marcata, passando da un modesto aumento dello 0,4% su base annua a una decrescita dell’1,8%. In particolare, il trasporto aereo di passeggeri ha evidenziato una contrazione di prezzo notevole, pari all’8,6%.
Per quanto concerne i servizi ricettivi e di ristorazione, anche in questo caso si osserva una lieve contrazione, con un incremento annuale che si attesta al 4,0%, leggermente inferiore rispetto al 4,4% precedente. Su base congiunturale, il settore dei pacchetti vacanza ha risentito di una flessione particolarmente accentuata, con una diminuzione del 15,8%, mentre i servizi di trasporto hanno registrato un calo del 10,4%.
Nonostante il generale rallentamento, i servizi ricettivi e di ristorazione hanno mostrato una leggera crescita dello 0,8% su base mensile, confermando una diversificazione nella risposta dei diversi segmenti del mercato turistico alle pressioni inflazionistiche.
Dal punto di vista comparativo, il differenziale inflazionistico tra l’indice generale dei prezzi al consumo e l’indice specifico del settore turistico si è ridotto, attestandosi a 3,0 punti percentuali, un decremento rispetto ai 3,5 punti registrati ad agosto. Questo fenomeno dimostra una convergenza tra l’inflazione generale e quella specifica del settore, fattore di notevole interesse per gli analisti.
Guardando al panorama internazionale, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo turistico (Ipcat) per l’Italia ha evidenziato un aumento annuale del 4,7% nell’ultimo dato disponibile di agosto 2024, in risalita rispetto al 4,2% di luglio, un dato che rimane al di sotto del benchmark europeo, situato al 5,0%. Questo conferma come il settore turistico italiano stia seguendo un percorso di moderazione più marcato rispetto ad altri contesti europei.
L’inflazione turistica acquisita per il 2024 è stata stimata al 4,4%, un dato importante per prevedere le tendenze future del settore. La decelerazione osservata potrebbe avere implicazioni significative per le politiche economiche, per le strategie delle imprese del settore e per le scelte di consumo dei turisti, sia nazionali che internazionali.