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La Battaglia contro le Lunghe Liste d’Attesa: Nuove Normative e Dispute Regionali

In POLITICA
Giugno 03, 2024

In un clima segnato dall’urgenza di risolvere l’annosa problematica delle lunghe liste d’attesa nel settore sanitario, il Governo ha introdotto nuove normative che suscitano speranze ma anche significative preoccupazioni. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha recentemente delineato i contorni di questo impegnativo progetto, annunciando che alcune norme diventeranno operative subito dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri.

Un primo passo concreto riguarda l’aumento del tetto di spesa per l’assunzione di personale sanitario, che crescerà dal 10 al 15%, enfatizzando l’ambizione del Governo di potenziare le risorse umane nel settore. Più avanti, si auspica l’abolizione totale di questo tetto, misura considerata rivoluzionaria e in attesa da vent’anni.

Nonostante le promesse, le Regioni esprimono forte incertezza riguardo alla sostenibilità finanziaria delle iniziative. In un recente incontro tra i rappresentanti regionali e i tecnici del ministero della Salute, è emerso un evidente disallineamento. Le Regioni, rappresentate da figure come Raffaele Donini, coordinatore della commissione salute della Conferenza delle Regioni, lamentano una mancanza di chiarezza tanto nei testi normativi quanto nelle coperture finanziarie previste. Donini ha sottolineato la frustazione delle Regioni, desiderose di contribuire attivamente alla formazione delle normative piuttosto che limitarsi a osservarne l’approvazione.

Mentre si discute di un possibile decreto legge e di un disegno di legge più operativo, emerge anche la controversia sui poteri ispettivi di Agenas sulle aziende sanitarie, una mossa vista con scetticismo da alcuni settori regionali. La menzione di una possibile “privatizzazione” del servizio sanitario aggiunge ulteriori ombre sul piano del Governo, concretizzando le incertezze esposte da Vincenzo De Luca, governatore della Campania, riguardo la mancanza di fondi adeguati per eliminare le liste d’attesa.

Nel decreto imminente, si prevede l’introduzione di un’agenda pubblica di prenotazione che includa le disponibilità sia nel settore pubblico che in quello privato convenzionato. Uno degli obiettivi principali è garantire che le prestazioni sanitarie siano erogate nei tempi appropriati, una promessa fondamentale per un paese che mira a rispettare il diritto alla salute dei suoi cittadini.

In aggiunta, si parla di ridurre la tassazione sugli straordinari del lavoro medico e di destinare risorse alla salute mentale, con un pacchetto di 80 milioni di euro. Queste misure, tuttavia, sollevano interrogativi sulla loro effettiva implementazione e impatto.

Questi sforzi legislativi, sebbene lodabili per i loro obiettivi, sollevano dunque un dualismo critico tra l’urgenza di risposte concrete e l’ombra di una pianificazione finanziaria incerta. Il dialogo tra governo e regioni sarà cruciale nei prossimi mesi per assicurare che le promesse di miglioramento si traducano in azioni efficaci, senza lasciare in sospeso nè i professionisti sanitari nè i pazienti, sempre più impazienti di vedere materializzarsi soluzioni a lungo attese.

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Redazione