Nuove Cronache

Salerno, maxi-blitz contro il clan Fezza-De Vivo: 88 arresti tra Pagani e provincia.

All’alba di oggi è scattata un’operazione imponente contro la criminalità organizzata nell’Agro nocerino-sarnese. Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza hanno eseguito 88 misure cautelari nei confronti di presunti appartenenti o fiancheggiatori del clan Fezza-De Vivo di Pagani. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, fotografa un’organizzazione capace di controllare il territorio attraverso monopoli di spaccio, estorsioni, riciclaggio, pestaggi e intimidazioni.

Il blitz

Oltre 500 uomini e donne delle forze dell’ordine hanno dato esecuzione a due ordinanze: una del gip del Tribunale di Salerno e una del gip del Tribunale per i Minorenni, poiché nell’indagine risultano coinvolti anche tre minori. Dei destinatari della misura cautelare, 79 sono finiti in carcere, mentre per altri 9 è stato disposto il regime dei domiciliari.

Dall’arresto di Confessore alla nuova rete

L’indagine trae origine dall’arresto, nel 2023, di Vincenzo Confessore, ultimo esponente di vertice del clan ancora in libertà. Da quel momento gli investigatori hanno ricostruito la rete di fiancheggiatori e le strategie di riorganizzazione dell’organizzazione criminale. È stato inoltre individuato il gruppo responsabile di un tentato omicidio contro uno spacciatore che aveva rifiutato di piegarsi ai diktat del clan.

Le donne al comando

Un ruolo cruciale è stato ricoperto dalle donne del clan, che – su indicazioni degli elementi apicali detenuti – hanno assicurato la continuità dell’organizzazione. A loro spettava la gestione della cassa comune, il reinvestimento dei capitali e il riciclaggio dei proventi illeciti.

Droga, armi e riciclaggio

Gli inquirenti hanno documentato un traffico di proporzioni ingenti: 600 chili di hashish, 100 di marijuana e 35 di cocaina movimentati in pochi mesi, grazie a canali di approvvigionamento dal Sud America, Spagna e Olanda. Determinante la collaborazione con le autorità francesi, che ha permesso di accedere alle chat criptate utilizzate dai membri del clan.  Il gruppo disponeva inoltre di un arsenale da guerra: in un covo sono stati rinvenuti Kalashnikov, mitragliette Uzi, fucili Skorpion, pistole, mille cartucce e giubbotti antiproiettile.

Colpo al patrimonio

Parallelamente agli arresti, la Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati, ritenuti sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati.

Le accuse

Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, traffico internazionale di stupefacenti, estorsione aggravata, riciclaggio, tentato omicidio e detenzione di armi da guerra. Con questo blitz, la procura di Salerno assesta un colpo significativo a un clan che, secondo gli investigatori, era riuscito a garantire la propria sopravvivenza anche dopo i precedenti arresti, mostrando una notevole capacità di rigenerarsi e di infiltrarsi nell’economia locale.

di Marco Iandolo

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