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Atenei e Solidarietà: La Polemica Azione dell’Univpm nei Confronti degli Istituti Israeliani

In POLITICA
Maggio 07, 2024

La questione israelo-palestinese continua a manifestarsi anche nei contesti educativi internazionali, come dimostrato recentemente dall’Università Politecnica delle Marche (Univpm). Durante la cerimonia d’inaugurazione del nuovo anno accademico, tenutasi nella prestigiosa sala del Teatro delle Muse ad Ancona, si è assistito a un evento carico di significato politico, sollevando questioni di diritti umani, solidarietà internazionale e la funzione educativa delle università nel contesto globale.

Gianluca Ferri, rappresentante del Consiglio studentesco dell’Univpm, ha aperto il suo intervento in maniera insolitamente diretta e visivamente potente. Con la bandiera palestinese srotolata davanti a sé, ha dedicato il suo discorso alle vittime della recente violenza a Rafah, subito evidenziando il legame tra l’evento accademico e le correnti più ampie dei conflitti internazionali.

Il discorso di Ferri ha rapidamente delineato un chiaro richiamo all’istituzione universitaria per una riflessione critica sui propri legami internazionali, soprattutto quelli con le università israeliane. La richiesta del Consiglio studentesco, presentata all’unanimità, era categorica: interrompere immediatamente ogni rapporto con queste istituzioni. Ferri ha sottolineato che, benché la questione possa sembrare astratta per alcuni, l’ideale di una Palestina libera rappresenta un obiettivo tangibile e di cruciale importanza.

All’interno del suo discorso, ha inserito un’analisi critica del ruolo delle università nel mondo moderno, definendole come “motori del cambiamento” e sedi vitali per la formazione di un futuro giusto e umano. La connessione tra il mondo accademico e i vasti contesti sociopolitici è stata enfatizzata, mettendo in luce come le istituzioni educative non siano separate dalle dinamiche di potere e dai conflitti globali.

Ferri, oltre a sollevare la questione dei legami con le università israeliane, ha ampliato il suo appello alla giustizia sociale, evidenziando le quotidiane violazioni dei diritti umani che colpiscono gli studenti e le comunità sotto occupazione. Queste parole hanno trovato un eco tra alcuni studenti presenti, che hanno manifestato il proprio sostegno sventolando bandiere palestinesi e indossando kefiah in segno di solidarietà.

Concludendo il suo intervento, il rappresentante studentesco ha enfatizzato la speranza che il messaggio del Consiglio studentesco non rimanga inascoltato, sottolineando l’importanza di discutere e agire contro le ingiustizie subite dalla popolazione palestinese.

Questo episodio all’Univpm non è isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di crescente attenzione e sensibilità universitaria verso le questioni di giustizia globale. Rappresenta un esempio di come gli ambienti accademici possano diventare arene di attivismo politico e sociale, riflettendo e forse incitando cambiamenti nelle politiche e nelle percezioni più ampie. La responsabilità delle università nel promuovere valori di equità e giustizia attraverso le proprie politiche e collaborazioni si conferma una tematica di rilevanza critica, stimolando un dibattito che va ben oltre le aule e le cerimonie ufficiali.