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Fondo Europeo per la Difesa: Un Primo Passo Necessario

In ECONOMIA
Marzo 06, 2024

L’Unione Europea ha recentemente istituito un fondo per la difesa dotato di 1,5 miliardi di euro, cifra che, se confrontata con le spese per la difesa su scala internazionale, può apparire modesta. Tuttavia, l’annuncio di tale iniziativa è stato accolto con un cauto ottimismo da parte dell’industria della difesa, nonché da analisti e politici interessati ad una maggiore cooperazione europea in materia di sicurezza. In una recente intervista rilasciata a Rtl, l’amministratore delegato di Leonardo, l’azienda leader nel settore aerospaziale e della difesa, Roberto Cingolani, ha fornito la sua valutazione di questo importante sviluppo.

Cingolani ha sottolineato come il fondo sia in sé “poca cosa”, descrivendolo come “una cifra irrisoria” rispetto alle dimensioni che le spese per la difesa assumono in contesti internazionali più ampi. Nonostante questo, ha però rimarcato l’importanza che riveste il passaggio compiuto verso l’identificazione di un’unica organizzazione europea della difesa.

La realtà attuale che emerge in seguito ai recenti eventi geopolitici, in particolare a causa della situazione in Ucraina, mostra un approccio fortemente frammentato fra gli Stati membri. Ogni Paese, individuando i propri interessi strategici e operando in maniera autonoma, limita la potenzialità dell’Europa di posizionarsi come un continente sicuro e unito in materia di difesa.

“In questo momento,” afferma Cingolani, “ogni Stato membro dell’Unione Europea ha le proprie tecnologie, i propri domini, che vanno dalla cyber sicurezza alle piattaforme militari, risultando in un’eccessiva frammentazione che ci pone in uno svantaggio competitivo rispetto ad altri colossi globali come gli Stati Uniti o la Cina.”

L’amministratore delegato di Leonardo sostiene che per affrontare efficacemente le sfide della sicurezza sul continente, è necessario che i 27 Stati membri inizino a identificarsi e operare all’interno di un’unica organizzazione. Un passaggio che implica non solo un incremento dell’investimento in difesa, ma anche la scelta e la condivisione di priorità comuni.

Questa iniziativa può rappresentare un significativo passo avanti verso una politica di difesa più coordinata e integrata a livello europeo, preludio di un’Europa che agisce all’unanimità sul fronte della sicurezza. Resta da vedere come questo principio si tradurrà in azioni concrete e se il finanziamento attuale verrà incrementato in futuro per soddisfare esigenze più pressanti e ambiziose.