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Riforma del Superbonus: Una Proposta di Ampliamento Temporale e Implementazione di Controlli Stringenti

In ECONOMIA
Aprile 26, 2024

L’attuale dibattito economico e politico italiano si focalizza intensamente sul Dl Superbonus, una misura che ha catalizzato l’attenzione per il suo impatto significativo sul settore edilizio e sull’efficienza energetica. Recentemente, la commissione Finanze del Senato ha ricevuto una serie di emendamenti bipartisan che potrebbero modificare sostanzialmente l’orizzonte temporale e il controllo di questa agevolazione fiscale.

Al centro delle proposte emendative vi è la richiesta di estendere la durata della ripartizione delle detrazioni del Superbonus. Attualmente limitate a un periodo di 4 anni, le proposte suggeriscono di diluire il beneficio fiscale su un arco temporale esteso fino a 10 o addirittura 15 anni, a partire dalle spese sostenute nel 2023. Questa modifica offre al contribuente, ovvero al cittadino che intraprende lavori di ristrutturazione energeticamente efficienti, una maggiore flessibilità finanziaria, allargando l’accessibilità delle detrazioni a un pubblico più ampio.

Questa estensione temporale, sostenuta da partiti di varie estrazioni politiche come Forza Italia, Lega, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Azione e Italia Viva, mostra una notevole convergenza sul tema della sostenibilità abitativa e della riqualificazione energetica, essenziali per l’adattamento agli obiettivi climatici nazionali e internazionali.

Un’altra faccia della medaglia riguarda però il controllo e la supervisione. L’emendamento presentato dalla Lega, con capofila Massimo Garavaglia, solleva un aspetto cruciale: la necessità di incrementare la vigilanza contro le frodi nel settore del Superbonus, che negli anni ha purtroppo evidenziato delle criticità. La proposta prevede una maggiore partecipazione dei Comuni nei controlli dei cantieri, attraverso un piano straordinario che dovrebbe essere attuato con immediatezza.

La novità di rilievo è la previsione di un incentivo diretto ai Comuni: la possibilità di trattenere il 50% delle somme e delle sanzioni recuperate grazie ai controlli effettuati. Questo meccanismo non solo potrebbe aumentare l’efficacia dei controlli, riducendo il rischio di abusi e comportamenti opportunistici, ma incentiverebbe anche le amministrazioni locali a investire risorse significative in questa direzione.

Per gestire e coordinare gli importi recuperati, viene proposto l’istituto di un Fondo presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, destinato ad accogliere le risorse finanziarie risparmiate o riscosse grazie all’azione anti-frode. Questo meccanismo non solo aggiunge un tassello alla gestione finanziaria della misura, ma instaura un circolo virtuoso che potrebbe auto-alimentare ulteriori attività di controllo e vigilanza.

Questi emendamenti rappresentano un passo potenzialmente significativo nella continuità e nell’efficacia del Superbonus, un incentivo che ha già stimolato considerevoli investimenti nel miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici italiani. Le proposte in esame al Senato dimostrano una chiara volontà di rafforzare e prolungare l’impatto di questa politica, sottolineando come la collaborazione tra diversi livelli governativi e partiti politici possa essere essenziale per affrontare tematiche complesse e prioritarie come la transizione energetica e la lotta alle frodi. Le prossime settimane saranno decisive per capire quali di queste proposte troveranno spazio nella versione finale del decreto, delineando così il futuro del Superbonus e, per estensione, della politica energetica e abitativa del paese.