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Riforma e Rinnovamento al Beccaria: Un Nuovo Corso per il Carcere Minorile

In POLITICA
Maggio 02, 2024

Il carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, teatro di recenti eventi legati a comportamenti inappropriati nei confronti dei detenuti, si trova ora al centro di una promessa di rinascita. In seguito a questi spiacevoli eventi, la vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli, accompagnata da figure chiave gestionali e di sicurezza, ha fatto visita alla struttura, delineando la volontà istituzionale di intervenire con determinazione e rigore.

L’istituzione, che per anni ha sofferto di una gestione frammentata e inefficace, si vede ora promettere risorse e rinnovate politiche di gestione dal governo, una mossa che mira a stabilire un assetto più solido e funzionale. In tal senso, la senatrice Ronzulli ha sottolineato l’importanza di un cambio di rotta, evidenziando l’essenzialità di regole chiare e di un percorso formativo adeguato per il personale.

Negli anni, la rotazione eccessivamente rapida del personale ha minato la stabilità dell’ambiente carcerario, rendendo il carcere un luogo dove l’incertezza e la sfiducia hanno preso il sopravvento. Questa instabilità ha creato un terreno fertile per il disordine, come dimostrato dalle indagini in corso riguardo le violenze sui detenuti. Ronzulli ha enfatizzato la responsabilità sia di chi ha perpetrato tali atti sia di chi ha scelto di ignorarli, richiamando alla necessità di un’immediata revisione delle dinamiche interne.

Tuttavia, non ha mancato di riconoscere l’encomiabile impegno della polizia penitenziaria, sottolineando quanto sia complessa e gravosa la loro quotidiana attività. La senatrice ha espressamente menzionato l’arrivo di un nuovo direttore, Claudio Ferrari, e del nuovo comandante degli agenti penitenziari, Daniele Alborghetti, previsto per il 6 maggio, come segnali di un imminente rafforzamento strutturale e di leadership.

Don Gino Rigoldi, ex cappellano del Beccaria, ha contribuito al dialogo evidenziando le lacune in termini di continuità nella formazione del personale, aggravate dalla frequente turnover. Ha auspicato che le nuove politiche privilegino la stabilità e l’aggiornamento continuo delle competenze, essenziali per mantenere viva l’efficacia degli interventi educativi e di sicurezza.

Non si può ignorare che molti giovani detenuti provengono da contesti di estrema difficoltà e che, per loro, il carcere rappresenta spesso l’ultima spiaggia. Pertanto, la creazione di un ambiente sicuro e costruttivo non è semplicemente desiderabile, ma indispensabile. La riabilitazione, intesa come un vero percorso di crescita personale e sociale, dovrebbe essere l’obiettivo primario di un carcere minorile che aspira a reinserire i giovani nella società come individui responsabili e consapevoli.

In conclusione, la ripresa in mano della situazione al Beccaria non è soltanto una promessa ma diventa un imperativo per restaurare l’efficacia e l’etica di una istituzione che gioca un ruolo critico nel tessuto sociale e giuridico. Attraverso interventi mirati e un’impostazione più attenta e riflessiva, si può sperare in un Beccaria rinnovato, dove la regola e la struttura portino a un nuovo capitolo di giustizia rieducativa.