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Allarme appalti pubblici: boom di interdittive antimafia, sale la guardia contro l’infiltrazione criminale

In ECONOMIA
Gennaio 13, 2024
Un incremento del 34% nelle misure anti-mafia nei confronti delle imprese: il ministero dell'Interno segnala un record negativo, con Napoli in vetta alla lista.

Negli ultimi dodici mesi si è registrato un preoccupante andamento al rialzo nelle misure di vigilanza antimafia in Italia. Dopo una breve tregua nel 2022, i numeri tornano a salire allarmantemente. Fonti autoritative anticipano che i prefetti hanno preso la decisione di emettere 2.007 provvedimenti al fine di precludere il coinvolgimento di aziende, sospettate di legami con la criminalità organizzata, in contratti con l’amministrazione pubblica. Il dato, inquietante, non solo supera di gran lunga i 1.495 casi dell’anno precedente, ma segna anche una sviluppo del 34,2% rispetto al passato recente.

Questa ondata di interdittive antimafia, sia comunicative che informative, getta ombre sinistre sulla legittimità di molteplici operatori economici che si affacciano sul mercato degli appalti. L’aumento del 32,5% delle comunicazioni interdittive e del 36,3% delle informazioni interdittive è sintomatico di una situazione che richiede la massima attenzione. Le informazioni interdittive si connotano per la loro natura valutativa e preventiva, essendo il risultato di un meticolo processo di analisi del rischio d’infiltrazione mafiosa da parte delle prefetture.

Il Sud Italia persiste a essere la zona più afflitta dal fenomeno. Fra le regioni più colpite emerge la Campania, con 490 casi di interdittive (suddivisi in 279 comunicazioni e 211 informazioni), con un incremento quasi del 50% rispetto all’anno scorso. Il capoluogo partenopeo spicca tristemente nell’elenco, con un numero di provvedimenti triplicato passando dagli 87 ai 351 atti interdittivi.

Non meno rilevante è la Sicilia, che segue da vicino con un conteggio di 390 interdittive. L’attenzione si sposta poi al Nord, dove tocca all’Emilia-Romagna il primato regionale delle interdittive, in parte da collegare alle misure di vigilanza legate agli appalti per la ricostruzione dopo recenti calamità.

Il rischio infiltrativo delle organizzazioni criminali nei contratti pubblici continua a rappresentare un nodo cruciale nella lotta alla mafia, e l’adozione di misure sempre più stringenti si dimostra necessaria alla luce dei dati emergenti. Questo resoconto, l’ennesima conferma del lavoro incessante delle autorità per preservare la trasparenza e la legalità negli affari pubblici, offre uno spunto di riflessione riguardo la necessità di un sistema di prevenzione e contrasto ancor più affinato e interconnesso. La società civile, quindi, si aspetta che l’azione dell’amministrazione sia sempre più incisiva per garantire il corretto svolgimento degli appalti pubblici, pilastri di una democrazia che si fonda sull’equità e l’integrità economica.