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Antitrust solleva dubbi sulla cessione di PagoPA a Istituto Poligrafico e Poste Italiane

In ECONOMIA
Marzo 19, 2024

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nota come Antitrust, ha esposto le proprie perplessità in merito alla progettata cessione di quote di PagoPA SpA, la società pubblica che gestisce la piattaforma omonima per i pagamenti digitali verso la Pubblica Amministrazione. Il decreto relativo al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha introdotto una normativa che permette all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (IPZS) di acquisire una partecipazione non inferiore al 51%, mentre a Poste Italiane sarebbe destinata la restante quota.

Il presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, ha evidenziato in una nota la necessità di una procedura di cessione che sia trasparente e non discriminatoria. Tale processo dovrebbe prevedere una gara competitiva, o almeno un confronto aperto tra più manifestazioni di interesse, al fine di determinare il cessionario del 49% di PagoPA in modo equo e vantaggioso per il mercato.

L’autorità sostiene che la norma presenta “specifiche criticità concorrenziali” e mette in luce come il privilegio connesso allo sfruttamento della piattaforma di pagamenti digitali, a causa del suo ruolo di “nodo pubblico” e del vantaggio “non replicabile” rispetto ad altre iniziative private, debba essere trasferito a terzi attraverso processi trasparenti e giusti.

L’ingresso di Poste Italiane nel capitale di PagoPA solleva ulteriori questioni, soprattutto con riferimento ai potenziali impatti sul settore dei pagamenti digitali e su quello delle notifiche digitali. L’Antitrust richiede quindi nuove modalità di cessione che assicurino la neutralità dell’operatore scelto e sia conforme a criteri di qualificazione chiari e non discriminatori.

Infine, l’Authority ricorda che qualsiasi operazione che implichi un cambio di controllo societario, come quella prevista dall’articolo 20 in esame, deve essere notificata e approvata preventivamente dall’Autorità antitrust competente secondo le norme in materia di concentrazioni.

Il caso PagoPA si pone come un importante banco di prova per la gestione del patrimonio pubblico in un ambito tecnologico fondamentale come quello dei pagamenti digitali. I prossimi sviluppi potrebbero indicare significative evoluzioni nelle politiche di privatizzazione e gestione delle risorse pubbliche, ponendo le basi per un equilibrio tra le necessità di efficientamento dei servizi e la preservazione di un contesto di concorrenza sano e dinamico.