Nel dibattito sui cambiamenti climatici, si tende spesso a considerare il fenomeno come una sfida globale che coinvolge nazioni e continenti. Tuttavia, c’è un aspetto fondamentale che spesso sfugge: le disuguaglianze sociali all’interno di singoli stati e comunità. Questo aspetto è cruciale per comprendere appieno le dinamiche dei cambiamenti climatici e per sviluppare strategie efficaci per affrontarli. Secondo il World Inequality Lab, nel 2019 il 10% più ricco della popolazione mondiale ha contribuito al 48% delle emissioni totali di gas serra. Questo dato mette in luce un’ineguaglianza strutturale nell’impatto ambientale delle varie fasce della società. Anche in Europa, dove le disuguaglianze sono meno accentuate rispetto ad altre parti del mondo, la disparità nelle emissioni è evidente. Il 10% più ricco della popolazione europea emette in media 5,7 volte più di quella meno abbiente, con picchi impressionanti come i 106,4 tonnellate di CO2 equivalenti pro capite registrate in Lussemburgo. Questi dati sono sconcertanti perché sottolineano come le fasce più abbienti della popolazione contribuiscano in modo sproporzionato alla crisi climatica. E non solo, in molti paesi, le emissioni della classe più ricca sono in aumento, mentre le politiche ambientali faticano a tenere il passo con il deterioramento delle condizioni climatiche. L’Italia, pur registrando un calo delle emissioni rispetto ai primi anni duemila, è ancora lontana dai valori del passato. Questo dimostra che, nonostante gli sforzi, c’è ancora molta strada da fare per ridurre l’impatto ambientale del paese. In particolare, è importante affrontare le disuguaglianze sociali nell’accesso alle risorse e nella capacità di adattarsi ai cambiamenti climatici. Affrontare le disuguaglianze sociali legate ai cambiamenti climatici richiede un impegno globale e un approccio forte. È necessario adottare politiche che promuovano la giustizia sociale, l’equità e la sostenibilità ambientale. Questo può significare ridistribuire le risorse, promuovere tecnologie pulite accessibili a tutti e garantire un adeguato sostegno alle comunità più vulnerabili. Praticamente la lotta ai cambiamenti climatici non può prescindere dalla lotta alle disuguaglianze sociali. Solo adottando un approccio inclusivo e equo possiamo sperare di affrontare con successo una delle sfide più urgenti e complesse del nostro tempo.
di Salvatore Guerriero, Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO e GRANDI IMPRESE INTERNATIONAL