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Governo Assicura Prestito da 320 Milioni per la Salvaguardia dell’Ex Ilva di Taranto

In POLITICA
Gennaio 18, 2024
Palazzo Chigi interviene per preservare l'acciaieria e i posti di lavoro mentre si cerca una soluzione stabile con partner privati.

In un momento cruciale per il futuro dell’Acciaierie d’Italia, precedentemente conosciuta come Ilva di Taranto, il governo italiano ha messo in campo misure significative per garantire la continuità operativa dell’azienda siderurgica. Nel corso di un incontro svoltosi nella prestigiosa Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio, i rappresentanti sindacali e il governo hanno tracciato una rotta d’emergenza per fronteggiare la crisi.

La situazione si è fatta tesa quando, il 15 gennaio, Acciaierie d’Italia ha richiesto l’apertura di una procedura di composizione negoziata presso la Camera di Commercio di Milano, nonostante fossero in corso delle negoziazioni. Tale mossa è stata interpretata come un tentativo di rallentare i processi e ha indotto Invitalia, agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, a chiedere ufficialmente l’ammissione dell’acciaieria alla procedura di amministrazione straordinaria.

Palazzo Chigi, rompendo il silenzio sull’argomento, ha annunciato che in previsione di tale amministrazione straordinaria verrà erogato un prestito ponte di 320 milioni di euro a condizioni di mercato. Questo finanziamento è stato progettato per assicurare la liquidità necessaria a mantenere le attività produttive e preservare gli attuali livelli di occupazione.

L’incontro tra governo e sindacati è stato definito “positivo e costruttivo”, segnale di una volontà comune di affrontare quest’epoca di sfide per uno dei principali poli industriali del paese. Il governo ha approfondito i contenuti del decreto legge adottato il 16 gennaio, che rafforza le misure di supporto per lavoratori ed azienda, incluse le procedure di cassa integrazione.

Il clima di collaborazione tra le parti sociali è testimoniato dall’impegno condiviso di perseguire lo scopo comune di tutelare la produzione, l’occupazione e le condizioni di sicurezza nell’impianto tarantino. Un tavolo di discussione specifico sarà istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) e il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ivi coinvolgendo i diversi stakeholder: enti locali, rappresentanze sindacali e associative del mondo imprenditoriale.

È chiaro che il governo punta a coinvolgere soggetti privati reputati e autorevoli nel processo di rilancio dell’acciaieria, cercando di superare l’attuale relazione con ArcelorMittal. Parallelamente, i ministri delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, si impegneranno in incontri con le imprese coinvolte nell’indotto, dimostrando così una concreta disponibilità al dialogo.

I prossimi 14 giorni saranno decisivi per disegnare una rotta chiara rispetto all’istanza di composizione negoziata e definire il possibile passaggio all’amministrazione straordinaria. Il conto alla rovescia è iniziato con la pubblicazione del decreto legge nella Gazzetta Ufficiale, segnando il passo verso un futuro più stabile per l’acciaio italiano e per la comunità tarantina.