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Solo Una Donna al Vertice: La Disparità di Genere in Piazza Affari

In ECONOMIA
Febbraio 29, 2024
Il club degli AD in Italia resterà un ambito maschile? Scarsa presenza femminile tra i CEO delle aziende Ftse Mib.

Nonostante gli sforzi e le iniziative volte a promuovere la parità di genere nei luoghi di lavoro e nelle posizioni di alta dirigenza, i numeri parlano chiaro: la presenza femminile ai vertici delle imprese italiane quotate resta un fenomeno più unico che raro. L’esigua proporzione di solo una donna amministratore delegato nel gotha delle 40 aziende del Ftse Mib di Piazza Affari, con Giuseppina Di Foggia a reggere le redini di Terna dal 9 maggio, è un dato che pone l’Italia in una posizione di rilievo nelle statistiche europee, ma non per i motivi auspicati.

La legge Golfo-Mosca, con il suo obiettivo di incrementare la quota femminile nei consigli di amministrazione, ha senza dubbio introdotto significative migliorie, testimoniando un aumento della rappresentanza femminile in tale ambito. Ma se la presenza nei consigli può dirsi soddisfacente, lo stesso non può affermarsi quando si sale ancora di grado gerarchico. Infatti, l’assenza di figure femminili tra i nuovi candidati alla carica di amministratore delegato per gli anni 2021 e 2022, segnala che il cammino verso una reale parità è ancora lungo e tortuoso.

Confrontando l’Italia con altre realtà europee, emerge che la percentuale di donne CEO è in linea con quella della Germania, dove solo il 3% dei massimi dirigenti sono donne. Questo dato contrasta però nettamente con quello di paesi quali Francia, Finlandia e Danimarca, dove le percentuali si attestano rispettivamente a 8%, 13% e 13%, mostrando un quadro più variegato e progressista.

Questi numeri gettano ombra su una questione che va oltre la semplice composizione dei vertici aziendali, toccando temi più ampi come l’accesso alle possibilità di carriera, la formazione, la promozione interna e la cultura aziendale, che sembrano ancora largamente influenzati da un’involucro di pregiudizi di genere.

La disparità presente in Piazza Affari rappresenta, di fatto, solo la punta dell’iceberg di una problematica che riguarda l’intero tessuto socio-economico italiano. La strada per un autentico cambiamento culturale e una equa distribuzione di opportunità tra i generi richiede non solo un impegno normativo ma anche un significativo cambiamento di mentalità, in cui le aziende giocano un ruolo fondamentale affiancando le azioni di sensibilizzazione ad interventi pratici che possano facilitare una più ampia e concreta inclusione femminile ai vertici manageriali.

Mentre l’opinione pubblica si interroga sulle possibili cause di questa lantana parità di genere, la domanda sorge spontanea: quali strategie le aziende italiane possono adottare per promuovere e sostenere la crescita professionale delle donne fino al raggiungimento delle posizioni più alte? La speranza è che il futuro possa regalarci uno scenario più paritario, dove il genere non costituisca più un elemento di disparità nella carriera professionale, bensì una ricchezza aggiunta alla direzione delle nostre aziende.