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Tecnologia di Riconoscimento Facciale nelle Metropolitane di Roma: L’Istruttoria del Garante Privacy

In POLITICA
Maggio 09, 2024

Il Garante per la protezione dei dati personali ha recentemente messo sotto esame un ambizioso progetto di videosorveglianza annunciato da Roma Capitale. In previsione del prossimo Giubileo, l’ente amministrativo pianifica di implementare un sistema avanzato di monitoraggio con tecnologia di riconoscimento facciale nelle stazioni della metropolitana.

Gli specifici dettagli del progetto prevedono l’installazione di telecamere capaci di identificare individui che, in passato, si sono distinti per comportamenti inappropriati. Tali dispositivi saranno posizionati strategicamente nei vagoni e lungo le banchine, allo scopo di prevenire e controllare eventuali azioni non conformi alla norma.

La decisione della città di Roma di avvalersi di queste tecnologie solleva inevitabili questioni legate alla privacy e alla protezione dei dati personali. Non passa inosservata, infatti, l’azione del Garante privacy, che ha tempestivamente richiesto ulteriori informazioni all’amministrazione capitolina riguardo la natura e la portata di questo sistema di sorveglianza.

Il Garante ha concesso un termine di 15 giorni per ricevere le dovute delucidazioni. Questo periodo di tempo è essenziale per valutare accuratamente se le misure adottate rispettano i rigidi standard imposti dalla normativa vigente sul trattamento dei dati personali. La preoccupazione principale è garantire che la sicurezza non diventi un pretesto per una sorveglianza invasiva e indiscriminata.

La problematica centrale è equilibrare l’innegabile necessità di sicurezza, soprattutto in occasione di un evento straordinario come il Giubileo, con i diritti fondamentali degli individui. La scelta di adottare tecnologie di riconoscimento facciale non è priva di polemiche. Se da un lato può potenzialmente aumentare l’efficacia delle operazioni di controllo all’interno delle infrastrutture cittadine, dall’altro solleva interrogativi etici circa la giustificabilità del monitoraggio continuo della cittadinanza.

Il dibattito è ulteriormente complicato dalla domanda se tali sistemi possano effettivamente garantire un miglioramento significativo in termini di sicurezza, o se rappresentino piuttosto una costosa e problematica sovrapposizione rispetto a metodi di controllo più tradizionali e meno intrusivi.

In particolare, il progetto deve dimostrare di poter filtrare e processare le informazioni in maniera tale che solo i dati strettamente necessari per la sicurezza siano raccolti e trattati, minimizzando quindi l’impatto sulla sfera personale degli individui.

L’approvazione di tale progetto rimane sospesa al vaglio degli scrutini legali e etici. La decisione finale del Garante sarà determinante nel definire non solo il futuro della sorveglianza a Roma ma potrà anche creare un importante precedente per altre iniziative simili in altre città italiane e nel mondo.

Le sfide poste da questa svolta tecnologica sono molteplici e il dibattito appena iniziato promette di essere tanto acceso quanto cruciale per delineare i confini entro i quali tecnologia e diritti personali possono coesistere armonicamente. Resta da vedere se la città Eterna riuscirà a trovare il giusto equilibrio tra innovazione e rispetto della privacy.