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Approvato il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici

In ECONOMIA
Gennaio 03, 2024
Italia pronta a fronteggiare la crisi climatica: azioni concrete e fondi richiesti per evitare costi maggiori in futuro

Dopo anni di attesa e l’avvicendarsi di quattro governi, l’Italia fa finalmente un passo decisivo verso una concreta politica ambientale. Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, ha firmato il decreto n. 434 il 21 dicembre 2023, sancendo l’approvazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc). Questo documento strategico, fortemente atteso da enti ambientali e istituzioni, si prefigge di tracciare una rotta chiara per l’attuazione di interventi volti a mitigare gli effetti sempre più intensi e devastanti del cambiamento climatico sul territorio italiano.

L’importanza di tale azione è stata sottolineata dalle parole di Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, che ha evidenziato il crescente numero di eventi meteorologici estremi, con un incremento del 22% rispetto all’anno precedente, raggiungendo così la preoccupante cifra di 378 episodi nel 2023. Di fronte a questa emergenza, l’Italia si trova a dover gestire non solo la necessità di una risposta immediata agli incidenti naturali ma anche quella di una strategia lungimirante per la prevenzione.

Il Pnacc contiene 361 azioni specifiche volte a ridurre la vulnerabilità del territorio nazionale, includendo la creazione di aree e vasche di esondazione e processi di rinaturalizzazione di bacini idrografici e versanti, al fine di ripristinare gli spazi fluviali e assicurare una convivenza sostenibile tra l’uomo e il cambiamento climatico.

La consapevolezza dell’importanza di prevenire piuttosto che curare è accentuata dagli esorbitanti costi sostenuti dall’Italia a causa di eventi calamitosi. In particolare, solo per fronteggiare i danni di due alluvioni nel 2023 in Romagna e Toscana, il paese ha dovuto investire 11 miliardi di euro, somma che rappresenta oltre un terzo della legge di bilancio per il 2024.

Questo dato non fa altro che rafforzare l’appello di Legambiente e di altri soggetti coinvolti per un’operativa e tempestiva stanziazione delle risorse finanziarie imprescindibili per mettere in atto le misure previste dal Piano. La speranza è che, con una politica di transizione ecologica ben strutturata, l’Italia possa non solo arginare i danni futuri ma anche avviare un processo virtuoso di salvaguardia del proprio patrimonio naturale e della sicurezza dei suoi cittadini.

In conclusione, se da un lato il Piano nazionale di adattamento rappresenta un tassello fondamentale per la politica ambientale italiana, dall’altro pone l’accento sull’urgenza di concretizzare gli interventi e di pianificare l’investimento delle risorse economiche. Allo stato attuale, il compito del governo e delle istituzioni che lo appoggiano è quello di garantire l’effettivo dispiegamento di questi strumenti di adattamento e mitigazione, al fine di contrastare in modo efficace e sostenibile l’impatto crescente del cambiamento climatico sulla vita quotidiana degli italiani e sulla salute del pianeta.