Il Consiglio di Stato ha recentemente pronunciato una sentenza cruciale che sancisce un punto di svolta per la Regione Campania nella gestione e allocamento dei fondi di coesione. La decisione risponde a un’azione legale intrapresa dalla Regione nel gennaio scorso, in cui veniva lamentata la prolungata mancata conclusione dell’accordo di coesione, precedentemente stipulato con la maggior parte delle altre regioni e province autonome italiane.
In dettaglio, la corte di seconda istanza ha determinato che è obbligo del Ministero per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnnr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) procedere alla definizione formale del procedimento di assegnazione dei fondi destinati alla Campania. Tale sentenza fa seguito al favorevole giudizio precedentemente espresso dal TAR della Campania, dimostrando una coerenza giurisprudenziale che rafforza la posizione della Regione.
A causa di questo prolungato stallo, numerosi progetti di sviluppo chiave per il rilancio economico e sociale del territorio campano erano rimasti in sospeso, alimentando malcontento e frustrazione tra gli amministratori locali e la cittadinanza. La decisione del Consiglio di Stato ha finalmente infranto questo impasse, riaffermando il principio della cooperazione leale e attiva tra stato e regioni, imprescindibile per la corretta gestione dei fondi comunitari e nazionali previsti per la coesione e lo sviluppo territoriale.
In una nota rilasciata in seguito alla sentenza, il Consiglio di Stato ha chiarito che la legge richiede un accordo paritario e bilaterale anche in presenza di una distribuzione di risorse già deliberata da organismi statali, come il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Ciò implica una dinamica di negoziazione che non si può ridurre a mere formalità o a rinvii protracti, come sottolineato dalla critica esplicita ai ritardi governativi.
Il Presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha esultato per la sentenza, definendola “un trionfo di civiltà e dignità”, e una vittoria contro le “pretestuosità burocratiche” che avevano finora impedito l’avanzamento degli accordi necessari per l’attivazione effettiva dei fondi. De Luca ha altresì censurato alcuni tentativi di modificare i piani di finanziamento tramite normative ad hoc, come la controversa vicenda legata all’articolo 10 del Decreto coesione, che avrebbe reindirizzato risorse precedentemente allocate ad altri progetti, inclusa la ristrutturazione dell’area di Bagnoli.
In conclusione, questa sentenza non solo dissolve una controversia prolungata, ma imposta un precedente significativo per la gestione dei fondi di coesione in Italia, ricordando agli enti governativi nazionali la necessità di osservare principi di equità, trasparenza e cooperazione. Ci si augura ora che questo nuovo capitolo giuridico contribuisca realmente allo sviluppo e alla coesione della Campania, portando benefici tangibili a cittadini e imprese e promuovendo una crescita inclusiva e sostenibile in tutta la regione.