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Casellati: Indispensabile Mantenere l’Elezioni Diretta del Premier

In POLITICA
Gennaio 09, 2024
La ministra per le riforme sottolinea la necessità di un premier eletto dal popolo, nonostante le critiche dei costituzionalisti

In una fase storica in cui il dibattito sulle riforme istituzionali in Italia è più acceso che mai, si inseriscono le dichiarazioni della ministra per le riforme Maria Elisabetta Casellati, che ha ribadito con vigore l’importanza di mantenere il meccanismo dell’elezione diretta del primo ministro. Al termine di un ciclo di audizioni presso la Commissione Affari costituzionali del Senato, la ministra ha espresso chiaramente la posizione del suo schieramento politico, favorevole a una riforma del sistema di governo ma con una linea rossa: il premier deve essere eletto direttamente dai cittadini.

Questa posizione arriva in un momento di intenso scambio di opinioni tra esperti e politici, con noti costituzionalisti come Sabino Cassese e Valerio Onida che hanno sollecitato a riflettere sull’opportunità di rinunciare all’elezione diretta, al fine di raggiungere un ampio consenso su una possibile riforma costituzionale. Il dibattito si concentra su questioni di stabilità, governabilità e rappresentatività, soprattutto in vista delle recenti crisi politiche che hanno evidenziato le fragilità del sistema attuale.

La scelta verso un premierato così configurato, secondo Casellati, rappresenterebbe una mediazione tra l’attuale sistema parlamentare e quello presidenziale. I fautori dell’elezione diretta sostengono che essa potrebbe accrescere la legittimazione popolare del capo del governo e ridurre la frammentazione politica, convergendo verso un bipolarismo più marcato che potrebbe favorire governo più stabili e un maggior rendimento nell’azione legislativa.

La riforma del sistema di governo italiano è materia complessa, spesso soggetta a divisioni trasversali tra le forze politiche, nonché oggetto di dibattito accademico. La Casellati, con la sua dichiarazione, pone l’accento su un punto cruciale che sembra vedere un fronte maggioritario contraria alla proposta dei costituzionalisti, favorendo così una scelta di continuità democratica, seppur con le dovute modifiche tecniche per rendere il sistema più efficiente.

Il dibattito si annuncia lungo e ricco di sfaccettature, con le prossime settimane che saranno cruciali per capire se la posizione espressa dalla ministra troverà riscontro nei lavori parlamentari o se si arriverà a una soluzione di compromesso che possa unire le diverse anime del parlamento e della società civile. La riforma delle istituzioni è un tassello fondamentale per il futuro politico e istituzionale dell’Italia e è chiaro che ogni scelta in quella direzione sarà determinante per il profilo democratico e per le modalità di esercizio del potere nel Paese per i prossimi anni.