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Dai Sumeri a Papa Gregorio XIII, le stelle e la storia ci raccontano il 29 febbraio.

In CULTURA, INSERTI CULTURA
Febbraio 29, 2024
La Storia, magistra vitae, ci insegna che credenze e superstizioni spesso corrispondono più a spiegazioni popolari di fenomeni “scientifici” a volte impossibili da chiarire in poche parole o a coincidenze che vediamo solo perché vogliamo vederle.

Nonostante tutti sappiamo che il 29 febbraio sia una data necessaria per mantenere l’ordine del tempo, resta ancorato alle nostre menti il tradizionale pensiero scaramantico che all’anno bisesto corrisponda un anno funesto. Se questo mantra, oggi, 29 febbraio, ci gira in mente un po’ di più rispetto ad altri momenti della nostra vita, la colpa è da attribuire a quanto è successo nel 2020 e agli eventi che ne sono susseguiti dal mese di febbraio in poi, non a caso (o forse sì!) proprio dal “giorno in più”.

La Storia, magistra vitae, ci insegna che credenze e superstizioni spesso corrispondono più a spiegazioni popolari di fenomeni “scientifici” a volte impossibili da chiarire in poche parole o a coincidenze che vediamo solo perché vogliamo vederle.

Nell’antica Roma, per esempio, febbraio era il mese dedicato ai defunti, al dio Februus, signore delle febbri e dei contagi, ed ai Feralia, una festività pubblica in onore dei defunti in cui si credeva addirittura che i morti tornassero sulla terra. Un febbraio più lungo, quindi, non era già allora considerato di buon auspicio. Nel Medioevo, la superstizione si rafforzò con la diffusione del cristianesimo, che associava il numero quattro alla croce e alla morte, e con la paura della peste, che spesso colpiva proprio negli anni bisestili.

E’ vero, nel corso della storia alcuni eventi tragici e disastrosi si sono verificati proprio negli anni bisestili, alimentando la credenza che questi corrispondano ad anni funesti. Per esempio, nel 1916 scoppiò la prima guerra mondiale, nel 1936 scoppiò la guerra civile spagnola, nel 1940 iniziò la seconda guerra mondiale, nel 1968 ci furono le rivolte studentesche, nel 1976 ci furono i terremoti del Friuli, nel 1980 e dell’Irpinia e gli attentati di Bologna e del Rapido 904, nel 1992 ci furono le stragi di Capaci e di via d’Amelio , e così via.

Ma siamo sicuri che negli anni in mezzo non sia accaduto nulla di particolare? Si tratta solo di coincidenze e non di legami causali, e non ci sono prove scientifiche che dimostrino che gli anni bisestili siano più o meno sfortunati degli altri. Semplicemente, gli anni bisestili cadono una volta ogni quattro anni… 

Vi insinuo però un dubbio… ogni quattro anni c’è sempre un anno bisestile? La risposta è sorprendente: no.

Un giorno in più ogni quattro anni  serve a correggere la discrepanza tra l’anno “civile”, quello che usiamo nei nostri calendari, e l’anno “solare”, quello che misura il tempo che la Terra impiega a compiere una rivoluzione intorno al Sole. L’anno solare. infatti non dura esattamente 365 giorni, ma 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi e questo significa che ogni anno accumuliamo un ritardo di circa sei ore, che dopo quattro anni diventa un giorno intero. Se non aggiungessimo questo giorno in più, le stagioni si sposterebbero progressivamente rispetto al calendario, con conseguenze negative per l’agricoltura, l’astronomia e la vita quotidiana.

I primi che si resero conto di questo problema e, soprattutto, del fatto che fosse necessario risolverlo,  furono i Sumeri che, già nel IV millennio a.C., aiutandosi con l’osservazione del cielo e delle costellazioni, riuscirono a realizzare un calendario lunare di 360 giorni, suddivisi in 12 mesi di 30 giorni ciascuno. Per allineare il calendario con le stagioni, ogni 8 anni aggiungevano 3 mesi intercalari.

Il primo calendario solare della storia lo dobbiamo agli Egizi che, nel III millennio a.C., organizzarono l’anno in 365 giorni, suddivisi in 12 mesi di 30 giorni ciascuno, più 5 giorni aggiuntivi alla fine dell’anno. Il calendario purtroppo risultò fallace, in quanto risultava in anticipo di circa un quarto di giorno rispetto all’anno solare.

Il calendario babilonese, del II millennio a.C., era invece un calendario “lunisolare”, che combinava il ciclo lunare con il ciclo solare. Esso contava 12 mesi lunari, per un totale di 354 giorni, ma ogni 19 anni si aggiungevano 7 mesi intercalari, per un totale di 235 mesi. Questo calendario, usato per scopi religiosi e astronomici, fu adottato anche da altri popoli, come gli Ebrei e i Greci.

Il calendario romano, istituito secondo la tradizione da Romolo, risale al VII secolo a.C., era originariamente lunare, e contava 10 mesi (da martius a december) da 30 o 31 giorni, per un totale di 304 giorni. Fu Numa Pompilio, il secondo dei Sette Re di Roma, a modificare il calendario, togliendo un giorno da ciascuno dei sei mesi che ne avevano 30 (facendoli così diventare dispari), e aggiungendone 57 coi mesi di gennaio e febbraio.

Chiaramente, tutto questo generava caos, errori e manipolazioni, e fu nel 46 a.C. che Giulio Cesare, basandosi sulle osservazioni dell’astronomo Sosigene di Alessandria, introdusse il calendario giuliano e il bis sexto die.

La riforma giuliana, infatti, prevedeva un calendario solare, che contava 365 giorni, suddivisi in 11 mesi di 31 o 30 giorni, e di un mese, Februarius, che di giorni ne aveva 28 o 29 negli anni bisestili, anno definito così perché il giorno in più, era inserito dopo il 24 febbraio, nel bis sexto die, il sesto giorno prima delle Calende (primo del mese, ndr)  di marzo.

Il calendario giuliano, apparentemente perfetto, aveva un piccolo errore di calcolo di appena 11 minuti e 14 secondi all’anno, che però in 128 anni diventa un giorno. Questo portò a un accumulo di ritardo che, nel XVI secolo, era arrivato a 13 giorni e fu così che, per rimediare a questa discrepanza, nel 1582 papa Gregorio XIII introdusse il calendario gregoriano, quello che usiamo ancora oggi, che stabilì che il 29 febbraio si aggiungesse solo negli anni divisibili per quattro, ad eccezione di quelli secolari non divisibili per 400 (per esempio, il 1700, il 1800 e il 1900 non furono bisestili, mentre il 2000 lo fu). La prossima volta che si salterà un anno bisestile sarà nel 2100.

di Ilenia Gullo –