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Gianni Menichetti l’artista di Positano in contatto con la natura

In CULTURA, IN EVIDENZA
Dicembre 09, 2023
Positano. Il turbamento tra l’uomo e la natura trova una tregua nel canyon del Vallone Porto della penisola amalfitana dove da piu’ di cinquant’anni vive da eremita e privo dei segni della modernità l’artista e poeta Gianni Menichetti.

Immerso nella natura, a poche centinaia di metri dalla pittoresca Positano, raggiungibile percorrendo un tratto di bosco in alcuni tratti molto ripido, in cica quaranta minuti di cammino rigorosamente a piedi. Menichetti vive nel suo cottage moresco del XIV secolo, a picco sul vallone e il ruscello d’acqua che vi scorre, ampio circa tre metri per tre, con un livello superiore raggiungibile con una scala a pioli dove è situato un piccolo giaciglio. All’esterno del cottage, posto lungo un viale recintato, ha ricavato gli spazi per i suoi numerosi animali, una muta di circa venti cani di piccola taglia dal colore marrone, chiamati per nome e dei quali ricorda anche quelli delle precedenti generazioni (circa 400) oltre che galline, anatre, tortore, gatti e la tartaruga, compagna da oltre mezzo secolo e i ricordi dei precedenti animali accuditi quali: asini, le gigantesche scrofe e perfino una volpe. Oltre il suo giardino, un’infinità di specie vivono nel canyon di Positano, dei quali ama citare e dipingere la salamandrina terdigitata, meglio nota come salamandra dagli occhiali, un rarissimo e minuscolo anfibio endemico.  

Accanto alla dimora una piccola dependance in cui sono custoditi i suoi meravigliosi dipinti, le poesie e i libri di studio. Gianni Menichetti, di origini toscane, ha 74 anni, di cui 52 trascorsi in questo luogo, all’inizio per il sentimento che provava per l’artista australiana Vali Myers, all’epoca molto piu’ grande di lui, che in quel periodo, gli anni ’70, amava stare lontano dalle luci delle città preferendo vivere in compagnia delle volpi le cui sembianze furono trasferite sul proprio corpo dal colore rosso canide e le guance tatuate. Era il periodo della body art, Positano era frequentata da molteplici artisti, Vali Myers classe 1930, era una formidabile artista fantasy che lavorava con penna, inchiostro e acquerello, oltre ad essere stata una ballerina di nightclub. Aveva diviso la sua vita tra la sua casa adottiva di Melbourne, l’ Hotel Chelsea a New York, una residenza a Parigi e il cottage di Positano. Mentre era in Europa Vali Myers sposò Rudi Rappold, un austriaco di Vienna, e si trasferì a Positano nel cottage del Vallone Porto. Quando il matrimonio finì, il suo amante, il giovane Gianni Menichetti, si trasferì e contribuì a trasformare la dimora in un santuario della fauna selvatica che fu approvato in seguito dal World Wildlife Fund. Le opere d’arte di Vali Myers sono sviluppate dai primi monocromi dettagliati a una gamma completa di colori e toni vibranti che si estendono all’acquerello e alla foglia d’oro, mostrando una “rappresentazione meticolosamente resa di un mondo spirituale personale“. Conosceva molte celebrità tra cui Tennessee WilliamsSalvador DalíDjango ReinhardtJean CocteauPatti SmithJean Genet e Sam Shepard.

I dipinti di Myers sono stati venduti fino a $ US 40.000 a New York. Il suo lavoro è stato conservato nella collezione Stuyvesant nei Paesi Bassi, la Hurryman Collection di New York, ed è di proprietà di collezionisti privati ​​come George Plimpton e Mick Jagger. Vali e Gianni furono compagni per tre decadi, da lei Menichetti ha iniziato il suo talentuoso percorso artistico esistenzialista. Vivevano insieme nel Vallone, prendendosi cura del canyon selvaggio e della sua ricchezza floristica e faunistica, opponendosi ai vari tentativi di disboscamento e danneggiamento dell’habitat. Negli ultimi anni Menichetti è stato accompagnato da Joanna Pallaris, una giovane cipriota, che ha invertito il rapporto del primo amore, nel senso che questa volta è stato lui ad aver trasmesso a lei l’amore per il territorio e la rappresentazione artistica del luogo. Joanna Pallaris a Positano, amava dipingere le farfalle. Così, nella infinita solitudine ai piedi delle aspre rupi, egli è rimasto il solo guardiano del Vallone Porto, difensore ultimo e prezioso di un microcosmo tanto fragile quanto importante. Oltre alla cura degli animali legge e scrive molto, poesie principalmente, “La poesia moderna è prosa tagliuzzata e scritta sotto forma poetica, non è vera poesia, io scrivo in endecasillabi. Ho scritto poemi epici alla mia capra favorita, ormai scrivo in inglese perché è diventata la mia seconda lingua grazie a Vali”. Nella sua apparente solitudine Menichetti è in folta compagnia, di chi preferisce rifuggire gli assembramenti non per paura, prudenza o responsabilità civile, quanto per spinta interiore, vocazione e coraggio di una scelta estrema, per cercare qualcosa di più alto e duraturo: la salvezza, quella dell’anima. Desta così ammirazione tra le storie degli eremiti d’Italia quella di Gianni Menichetti di Positano, che nel buen retiro fiabesco, un’arca di Noè animata da dozzine di animali, ha ospitato anche le sue compagne, Vali e Joanna, a conferma che si può vivere un isolamento di coppia, insieme eremitico ed erotico. Gianni Menichetti ogni anno allestisce una mostra delle sue opere d’arte che “gli consente di poter racimolare quanto basta per fare la spesa una volta alla settimana” la sua arte e le sue storie sono molto apprezzate e seguite dai media di tutto il mondo. In un recente incontro con Gianni Menichetti ha destato meraviglia una sua riflessione su come possa essere gestita la vita delle persone nella folla che in alcuni momenti si concentra nella suggestiva Positano di cui, a distanza di decenni ormai, continua ad avere in lontananza.