724 views 6 mins 0 comments

Gas radon, l’Italia pubblica il piano d’azione.

In ATTUALITA', INSERTI ATTUALITA'
Febbraio 24, 2024
La conoscenza del Radon risale al 1900, primo a studiarlo fu il fisico tedesco Friedrich Ernst Dorn.

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di questa settimana, il governo ha varato il “Piano nazionale d’azione” previsto dalla direttiva europea (2013/59/Euratom) che stabilisce le norme di sicurezza per la protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni del radon, un gas radioattivo classificato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel primo gruppo delle sostanze per le quali vi è la massima evidenza di cancerogenicità. L’obiettivo del Piano è di affrontare i rischi a lungo termine dell’esposizione al gas radioattivo nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni Il radon è un gas nobile radioattivo che si forma in modo naturale nel terreno, nella sequenza di disintegrazione dell’uranio e del Torio, presenti diffusamente nella crosta terreste. La conoscenza del Radon risale al 1900, primo a studiarlo fu il fisico tedesco Friedrich Ernst Dorn. Questo gas migra dal suolo (o dai materiali da costruzione) e penetra all’interno degli edifici attraverso le fessure (anche microscopiche), gli attacchi delle pareti al pavimento, i passaggi dei vari impianti (elettrico, termico, idraulico). Inalato, il radon, si deposita sul tessuto polmonare come elementi solidi, causa un irraggiamento delle cellule epiteliali, in particolare nella regione bronchiale e puo’ provocare il cancro polmonare. La percentuale di tutti i tumori polmonari legati al radon è stimata tra il 3% e il 14%. Il radon si trova principalmente nei locali a diretto contatto con il suolo, come cantine, scantinati, taverne, garage, perché il terreno è la fonte principale in cui questo gas abita, con possibilità tuttavia di arrivare ad irradiarsi anche negli ambienti dei piani più alti. La fonte principale del Radon nelle abitazioni sono le fondamenta della costruzione, Il gas si propaga dall’interno della terra attraverso la roccia e il terreno fino alla superficie. Il radon non ha odore, né colore per cui la sua presenza non può essere avvertita dai sensi. Per evitare il contatto con il radon occorre sigillare le vie d’ingresso per contrastare la penetrazione nell’edificio, chiudere ermeticamente le crepe, le fessure o microfessure presenti, con l’utilizzo di materiali siliconici, poliuretani, resine, etc. Le azioni di rimedio sono: la depressurizzazione del terreno, l’aerazione degli ambienti; l’aspirazione dell’aria interna specialmente in cantina; la pressurizzazione dell’edificio, la ventilazione forzata del vespaio; l’impermeabilizzazione del pavimento; la sigillatura di crepe e fessure e infine l’isolamento di porte comunicanti con le cantine.

Il limite di radon consentito sia per le abitazioni che per i luoghi di lavoro individua in 400 Bq/m3 il livello di concentrazione media annua di gas radon per un’azione correttiva per gli edifici già esistenti. Mentre, per gli edifici da costruire il livello di concentrazione da non superare è di 200 Bq/m3. Secondo uno studio del Corriere della Sera, Orvieto e tutta l’area del Viterbese risulta essere uno dei luoghi più radioattivi d’Italia. L’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha tracciato le aree ad elevata probabilità di concentrazione di radon, si tratta di Abruzzo, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia di Bolzano, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Con il piano d’azione ogni Stato membro dell’Europa si impegna a realizzare indagini sulle concentrazioni di radon in ambienti chiusi o nel suolo, ad effettuare misurazioni nelle tipologie di luoghi di lavoro ed edifici pubblici a maggior rischio, nonché ad elaborare strategie per ridurre l’esposizione al radon nelle abitazioni. A partire da ora quindi l’Italia tenta così di affrontare uno dei principali fattori di rischio di tumore ai polmoni, dopo, ovviamente, il fumo. La Commissione europea aveva aperto nei confronti dell’Italia una procedura di infrazione. Spinta dalla Commissione Europea, l’Italia, sebbene aveva recepito la direttiva 2013/59/Euratom, non aveva ancora elaborato e attuato il Piano d’azione contro il radon. Così, con il Dl Salva-Infrazioni (Dl 69 del 2023) il governo ha stanziato un fondo da 90 milioni (spalmato negli anni dal 2023 al 2031) per finanziare interventi di riduzione e di prevenzione del radon. Una parte dello stanziamento sarà incentrato sulla informazione della popolazione e dei rischi dovuti all’esposizione. Ci si attende da questa prima misura un’implementazione delle misurazioni volontarie e degli interventi di risanamento, quando necessari. La protezione dal radon deve, poi, essere considerata come una necessaria garanzia di qualità nel caso di nuovi progetti di costruzione e di edifici esistenti- Per questo, il piano, dà indicazioni sull’edilizia e sui materiali da costruzione per i nuovi edifici e per le abitazioni e i luoghi di lavoro esistenti. Il programma per i prossimi 10 anni prevede la riduzione dell’esposizione al radon quando la concentrazione supera i 300 Bq/mc; l’abbassamento della concentrazione di radon almeno nel 50% delle abitazioni ricadenti nelle aree prioritarie nelle quali sia stata riscontrata una concentrazione di radon superiore ai 200 Bq/m3, dando priorità a quelle con concentrazione superiore a 300 Bq/m3. Occhio, dunque, al D. Lgs. n. 101/2020, che riordina la normativa di settore, stabilisce le norme di sicurezza al fine di proteggere le persone dai rischi connessi all’esposizione a radiazioni ionizzanti (in ambito industriale, medico, ricerca e da esposizione a particolari sorgenti di radiazioni naturali) e delinea gli addetti ai lavori e i professionisti che saranno coinvolti nel futuro prossimo.

di Giuseppe Di Giacomo