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Gasperini punta il dito: “Troppa competizione tra arbitri e Var”

In SPORT
Gennaio 11, 2024
Dopo l'espulsione in Coppa Italia, il tecnico dell'Atalanta critica il sistema arbitrale e la gestione del VAR nel calcio italiano.

La scena calcistica italiana è stata scossa dalle recenti dichiarazioni di Gian Piero Gasperini, allenatore dell’Atalanta, che non ha mancato di esprimere il proprio disappunto riguardo la gestione dell’arbitraggio e del Video Assistant Referee, noto come VAR. La critica arriva in seguito all’accesa vittoria ottenuta dai bergamaschi nel loro match di Coppa Italia contro il Milan a San Siro, un incontro che ha visto l’espulsione dello stesso Gasperini per proteste legate al mancato utilizzo del VAR.

“Mentre il campo dovrebbe essere l’unico palcoscenico dei giocatori, – sottolinea Gasperini – ci troviamo davanti a un’inusuale e controversa competizione tra arbitri e addetti VAR”. La sua analisi punta a svelare le problematiche di un sistema che avrebbe dovuto ridurre gli errori umani ma che, a suo dire, si è invece evoluto in una forza dominante e confusa, che sembra scavalcare l’autorità dell’arbitro e incrementare il livello di incertezza sulle decisioni.

L’intento originario del VAR era chiaro: affiancare l’arbitro per correggere errori evidenti e ovvi, contribuendo così a una maggiore giustizia sportiva. Gasperini rileva però che l’attuale implementazione del sistema gioca un ruolo eccessivamente invasivo e fin troppo minuzioso nell’analisi delle azioni di gioco. L’allenatore atalantino si sofferma in particolare sulla difficile interpretazione dei rigori, spesso fonte di discordia tra le squadre e di frizione fra gli spettatori, creando un clima di confusione e frustrazione generalizzata.

“Al di là dei singoli episodi – prosegue il tecnico degli orobici – la sensazione è che ci si stia allontanando dall’essenza del calcio, dove il gioco scorre e le decisioni sono frutto della genuinità del momento e non di un’eccessiva ricerca di perfezione tecnologica”.

Le parole di Gasperini riecheggiano nell’ambiente sportivo come un campanello d’allarme per una revisione della normativa VAR, che a detta di molti va riesaminata e possibilmente semplificata per garantire non solo equità, ma anche il mantenimento dello spirito originale del gioco. La domanda che i tifosi, i giocatori e gli addetti ai lavori si pongono è ora una sola: ci sarà un ritorno ad un arbitraggio più ‘umano’ e meno ‘tecnologico’, capace di preservare le emozioni che rendono il calcio il gioco più amato al mondo?