Fonti poco obbiettive hanno parlato in questi giorni di rallentamento del PLI italiano, laddove sarebbe stato opportuno precisare che le stime dipendono dal rialzo dei periodi precedenti. Il livello del PIL nominale per il periodo 2021-2023 raggiunge i 97 miliardi complessivi consentendo all’Italia di avere indicatori di finanza pubblica estremamente positivi e addirittura superiori alle previsioni contenute nel DEF. La crescita italiana si verifica nonostante non vi sia un’espansione demografica anzi con un calo della popolazione; ed i dati sono da considerare ancora più positivi considerando che le prospettive economiche risultano superiori anche a quelle degli Stati Uniti d’America. Ai dati economici positivi nel complesso si sta accompagnando una crescita super delle attività e iniziative nel Sud del Pese. Napoli e la Campania trascinano tutto il sud Italia rappresentando una crescita nettamente superiore non solo rispetto alle altre Regioni italiane, ma in percentuale anche rispetto ai Paesi dell’Unione Europea, Germania compresa. A fronte di questi dati positivi, di un incremento turistico di proporzioni spettacolari con conseguente ristoro dell’economia locale l’Italia presenta una situazione di conflittualità sociale molto elevata ed un ritorno alla violenza cittadina soprattutto da parte di giovani. Il clima ricorda pericolosamente un passato che si sperava fosse sepolto e non più percorribile. In ogni caso non possiamo rifiutare di vedere con realismo quanto quotidianamente accade e ricondurre ad una piccola fascia di facinorosi quanto sopportiamo nelle vie e nelle piazze del Paese. Vi è un malessere diffuso, alimentato da una polemica politica che è andata sicuramente oltre la normalità. Gli animi sono accesi e ad un governo di destra si sta opponendo una battaglia che non onora la sinistra democratica e pacifista. Resta il problema di andare a verificare nel profondo il malessere di vasti strati della popolazione specialmente delle donne e dei giovani. Troppe le disparità dei livelli di vita, con una fascia di pensionati e salariati che obiettivamente risultano posizionati su una soglia di reddito che contiene i crismi della povertà. Per contro l’esigenza di benessere è estremamente diffusa e la corsa ai beni di consumo è inarrestabile. Non si respira un’aria serena nemmeno se si guarda il mondo della scuola e della sanità. L’Italia ha ancora problemi di dispersione scolastica e le nuove generazioni circolano armate e pronte ad usare la violenza per banali motivazioni. Ovviamente non si può e non si deve generalizzare, ma il fenomeno della violenza giovanile è ormai diffuso in tutto il territorio nazionale. La radicalizzazione delle posizioni politiche e una politica poco attenta alla garanzia dei diritti umani, una decadenza sociale di quelli che erano i valori fondanti della società civile e delle famiglie talvolta fanno apparire come insanabile il degrado dei comportamenti ed il ricorso sempre più diffuso alla violenza. Sicuramente la politica dovrebbe iniziare ad abbassare i toni dello scontro, cercando di trovare sinergie di collaborazione per il bene comune. Qualche caso si sta verificando e si vedono i risultati. Pensiamo alla collaborazione istituzionale, che pur nel rispetto di posizioni differenti, riesce a realizzare a Napoli alcuni risultati felicemente positivi. Il Comune di Napoli ed il Governo centrale collaborano su diversi progetti ed anche il Prefetto è molto presente nella vita sociale cittadina. Nella provincia di Napoli, parliamo di Caivano e non solo, la presenza dello Stato ed intervento infrastrutturali e culturali funzionano. Dovrebbero abbassare i toni anche i magistrati ed i politici dovrebbero avere più rispetto verso una classe che continua, come nel caso della Corte Costituzionale, ad esprimere sentenze di grande valore non solo giuridico ma anche sociale. Più che di buonismo avremmo bisogni di una rivalutazione delle azioni di tutte avendo riguardo al bene comune. Un’altra stagione di collaborazione istituzionale, con la rinuncia ai partiti del vaffa e la rivalutazione dei partiti del fare bene.
di Domenico Salerno
