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Il Governo Invita alla Discrezione sul Caso Salis: Un Lavoro di Diplomazia a “Fari Spenti”

In POLITICA
Marzo 29, 2024

In un delicato frangente che coinvolge la cittadina italiana Ilaria Salis, detenuta a Budapest, il governo italiano adotta una strategia che privilegia la discrezione e la diplomazia non ostentata. Le sfide diplomatiche, giudiziarie e politiche, complesse e interconnesse, rendono particolarmente spinosa la gestione di situazioni come quella di Salis e suggeriscono un approccio meno esplicito rispetto agli slanci mediatici e politici che potrebbero risultare controproducenti.

Nel cuore di questa delicata vicenda, la trentanovenne Ilaria Salis si trova al centro di un dibattito che trascende il suo personale stato di detenzione. La richiesta dei domiciliari, respinta dalle autorità giudiziarie ungheresi, riapre questioni di sovranità giudiziaria e rapporti bilaterali tra Italia ed Ungheria.

La tattica attuata dal governo, guidato da Giorgia Meloni, punta ad evitare qualsiasi azione che possa essere interpretata come un’intromissione nei processi autonomi della giustizia ungherese. Questa posizione si allinea con la convinzione che pressioni eccessive e attacchi diretti all’amministrazione di Viktor Orban potrebbero solo intensificare le tensioni e ostacolare il percorso verso il rilascio della Salis.

Negli ambienti governativi si percepisce chiaramente l’intento di non alimentare ulteriori polemiche e di mantenere un basso profilo sulla questione. Un approccio silenzioso e non strumentalizzato è visto come più efficace in circostanze così delicate. Il risvolto è quello di una diplomazia che agisce nell’ombra, nell’interesse della cittadina italiana e del mantenimento di rapporti positivi con l’Ungheria. Tale postura trova confronto nel caso di Patrick Zaki, altro cittadino coinvolto in una vicenda simile, per cui la grazia è giunta dopo un prolungato periodo di tensione diplomatica e intervento silenzioso dell’Italia.

La raccomandazione implicita è quella di non enfatizzare pubblicamente la questione, sia per rispetto dei processi interni di un altro Stato sovrano sia per non trasformare la detenzione di Ilaria Salis in un tema di scontro politico-elettorale. Ciò potrebbe risultare in un auto-sabotaggio delle azioni diplomatiche in corso, specialmente con le elezioni europee che si avvicinano e la crescente attenzione sullo scenario politico ungherese, già sotto l’occhio critico di numerosi partner dell’UE.

In ultimo, l’esecutivo esorta le opposizioni a unirsi a questa linea di condotta, puntando così a creare un fronte comune per agevolare il percorso di Ilaria Salis fuori dal carcere ungherese e, idealmente, verso il suo ritorno in Italia. Nel frattempo, si attende con speranza che una futura istanza per i domiciliari sia valutata più favorevolmente, stabilendo il necessario precedente per un’eventuale detenzione domiciliare nel Paese d’origine.