
In un’epoca di crescenti sfide sulla sicurezza transnazionale e di movimenti di massa, la questione del controllo delle frontiere si dimostra sempre più cruciale. Di recente, i rappresentanti dei governi di Italia, Slovenia e Croazia si sono incontrati a Nova Gorica, in Slovenia, per discutere e rafforzare le strategie di sicurezza congiunta ai loro confini. Alla riunione trilaterale, che ha visto la partecipazione del ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, e dei suoi omologhi sloveno, Boštjan Poklukar, e croato, Davor Božinović, è stato raggiunto un significativo accordo.
Il memorandum firmato tra le nazioni introduce e formalizza operazioni di pattuglia miste lungo il confine esterno della Croazia per combattere le attività illecite, in particolare il traffico di migranti e le minacce terroristiche. Piantedosi, riflettendo sull’accordo, ha evidenziato l’importanza di tale collaborazione nel contesto di una libera circolazione considerata vitale per l’integrazione europea.
Da sottolineare, il ministro ha ribadito che i controlli al confine tra Italia e Slovenia rimarranno in vigore formalmente fino al 18 giugno, ma l’obiettivo è minimizzare l’impatto di tali controlli sulla libera circolazione delle persone, soprattutto in vista di eventi rilevanti come l’inaugurazione di Nova Gorica-Gorizia come capitale europea della cultura nel 2025, prevista per l’8 febbraio.
Piantedosi ha assicurato che, nonostante il mantenimento formale dei controlli, questi non avranno un impatto significativo sulla mobilità dei cittadini, riflettendo un approccio che cerca di bilanciare la sicurezza con il diritto alla libera circolazione. Ha aggiunto che le misure adottate stanno già dando i loro frutti ma sono state strutturate in modo da non ostacolare in modo significativo il passaggio dei cittadini.
Questo anno, che segna il 40° anniversario del Trattato di Schengen, potrebbe vedere il ritorno a una piena libera circolazione, a seconda della convalida degli obiettivi di sicurezza e delle condizioni al confine. Il ritorno alla normalità, in un contesto formale, resta una meta ambiziosa, dipendentemente dall’evoluzione della situazione.
Il ministro, parlando a margine dell’incontro, ha enfatizzato l’importanza di un’Europa unita e sicura e ha dichiarato che la cooperazione tra Italia, Slovenia e Croazia sarà cruciale per assicurare che le frontiere siano sia accoglienti che sicure. L’accordo trilaterale rappresenta un passo significativo in questa direzione, dimostrando che anche in tempi di incertezza, la collaborazione internazionale può portare a soluzioni condivise e benefiche per tutti i paesi coinvolti.
In conclusione, questa nuova fase di cooperazione tra Italia, Slovenia e Croazia segna un progresso notevole nelle politiche di gestione delle frontiere esterne dell’EU, con l’obiettivo di garantire la sicurezza senza compromettere la mobilità, essenziale per l’integrità e l’unità europea. Le sfide future richiederanno ulteriori adattamenti e, probabilmente, più accordi simili, ma la direzione intrapresa indica un impegno rinnovato verso una frontiera europea più sicura e aperta.