di Christian Avagnano
La frontiera formativa del Metaverso tramite l’utilizzo della realtà virtuale, per esempio, nel campo educativo o industriale, sta riscontrando notevoli benefici per le aziende, i quali si traducono in notevoli risparmi economici.
Ciò fa ben sperare gli addetti ai lavori per eventuali ulteriori sviluppi futuri.
Le piattaforme metaverso stanno diventando una forma di collaborazione sempre più promettente all’interno dei mondi virtuali, fornendo appunto agli utenti la possibilità di costruire dei mondi virtuali personalizzati. Infatti, il metaverso è uno spazio online condiviso in cui la realtà virtuale, la realtà aumentata e la presenza fisica possono coesistere.
Gli users hanno la possibilità di interagire sotto forma di avatar in questo ambiente; quindi, persone e informazioni possono coesistere e tutto può essere condivisibile e interoperabile, restando fedeli alle informazioni e agli oggetti creati. Si possono quindi simulare esperienze di vita reale attraverso diverse attività sociali. Il vantaggio offerto consiste proprio in questa dimensione sociale, che consentirebbe il superamento di alcuni limiti insiti nell’e-learning tradizionale.
La formazione digitale ha, infatti, molteplici vantaggi in sé, legati alla maggiore personalizzazione, flessibilità e controllo sul processo di apprendimento stesso. Tuttavia, uno degli aspetti più critici, è che di tali modalità formative, la formazione digitale, in alcune configurazioni, ha effetti di isolamento, riduzione della comunicazione tra pari, come la sindrome di Hikikomori molto diffusa tra i giovani e quindi di una potenziale insoddisfazione dei partecipanti.
L’e-learning potrebbe, dunque aumentare il rischio di isolamento sociale e fornire, non sempre, un feedback tempestivo.
Per tale ragione, modalità formative che aumentino il grado in cui i partecipanti si sentono in contatto con gli altri, arricchendo la comunicazione interpersonale e aumentino il controllo sul processo di apprendimento, sono anche quelle maggiormente associate alla motivazione, all’apprendimento, ad una migliore meta-riflessione sui contenuti della formazione stessa, ed una maggiore efficacia dell’apprendimento.
Si evince come nei mondi immersivi ed aumentati del metaverso si applichi molto bene il concetto di intelligenza collaborativa, in quanto la formazione metaversale è portatrice di un modello di apprendimento costruttivista, che si basa sulle relazioni tra soggetto ed oggetto. Si tratta quindi di un processo formativo attivo e situato, in cui un individuo apprende come poter operare e comportarsi in determinate situazioni che riguardano l’interazione con altri oggetti o persone simulando dei contesti reali. Tutto ciò avviene in un ambiente immersivo in cui i sensi possono essere stimolati muovendosi con il proprio corpo nell’ambiente virtuale, creando una relazione tecnologica-utente unica, così come accadrebbe nell’ambiente fisico reale.
Tuttavia, l’elevato livello di interattività con la realtà non è privo di rischi. Ad esempio, gli utenti vanno formati e guidati ad un autocontrollo rispetto alle logiche metaversali, in quanto lo strumento può generare dipendenza, e soprattutto nei giovani, l’incapacità a distinguere reale e virtuale con potenziali implicazioni etiche e morali. Dato che il metaverso è una tecnologia completamente innovativa rispetto alle già esistenti tecnologie formative, il suo utilizzo per lavoro, intrattenimento e formazione è destinato sicuramente come anticipato ad aumentare nei prossimi anni.
Quindi sarà necessaria più ricerca e pratica per comprendere in che modo impatterà sulle modalità formative nel futuro prossimo. Come si evince dalle statistiche raffigurate il settore maggiormente interessato dall’introduzione del Metaverso saranno proprio l’istruzione e la formazione.
