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L’Asia chiude in ordine sparso nonostante la deflazione cinese

In ECONOMIA
Gennaio 12, 2024
Tokyo si distingue con un rialzo record, mentre la Cina lotta con la deflazione e gli occhi sono puntati sulle prossime mosse delle banche centrali.

Gli indici di Borsa asiatici hanno concluso la giornata con risultati contrastanti in una sessione segnata dalla persistente deflazione in Cina e dall’attesa di nuove indicazioni sulle policy monetarie delle banche centrali, in particolare alla luce delle recenti accelerazioni dell’inflazione negli Stati Uniti.

La borsa di Tokyo ha chiuso in netto rialzo, con un incremento dell’1,5%, portando a termine una serie positiva che ha visto l’indice aggiornare il proprio record per il quarto giorno di fila. La performance giapponese si mostra solida, mentre la valuta locale, lo yen, rimane stabile rispetto alle principali controparti valutarie, attestandosi a 145,10 nei confronti del dollaro USA e a 159,20 rispetto all’euro.

In Cina la situazione appare meno favorevole, dove, nonostante l’apertura positiva dell’anno, i dati economici mostrano una persistenza nel trend deflazionistico, senza significativi segnali di ripresa. Esaminată sotto la lente di ingrandimento, la dinamica dei prezzi al consumo mette in luce sfide significative per le autorità cinesi, che stanno cercando di stimolare l’economia pur mantenendo sotto controllo le pressioni inflazionistiche.

Le altre borse della regione hanno rispecchiato un’atmosfera di incertezza, con Hong Kong (-0,2%), Shanghai (-0,02%) e Shenzhen (-0,5%) che hanno registrato decrementi, mentre Seul (-0,6%) ha mostrato un lieve calo e Mumbai (+0,8%) ha evidenziato una contraria tendenza al rialzo.

Queste fluttuazioni nei mercati asiatici riflettono le preoccupazioni globali rispetto al contesto economico in continua mutazione e alle decisioni che le banche centrali dovranno prendere per fronteggiare le pressioni inflazionistiche. La giornata sarà infatti segnata dall’attesa di importanti dati macroeconomici provenienti da varie parti del mondo: dal Regno Unito si attendono la produzione industriale e il Pil, mentre da Francia e Spagna verranno rivisti i dati definitivi sull’inflazione di dicembre. Inoltre, il mercato attende con ansia la pubblicazione dell’indice dei prezzi alla produzione degli Stati Uniti, un indicatore fondamentale per comprendere la direzione che prenderanno le politiche monetarie della Federal Reserve.

In questo contesto di complessa navigazione economica, gli investitori rimangono in attesa di segnali chiari che possano indirizzarli nelle loro scelte future, consci delle ramificazioni che i dati di inflazione e di crescita economica avranno sulle diverse economie del mondo. Nel frattempo, i mercati asiatici rimangono un barometro dell’instabilità attuale, con una Cina che si dibatte tra la necessità di rilanciare la propria economia e il rischio di un’ulteriore perpetuazione dello stato di deflazione.