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Il Rapporto Tra Inflazione in Calo e Consumi Stagnanti in Italia

In ECONOMIA
Maggio 20, 2024

In un contesto economico in cui l’ombra della permacrisi continua a pesare sulle decisioni quotidiane dei consumatori, si registra una frenata dell’inflazione che, tuttavia, non si traduce in un incremento proporzionale della spesa domestica. Tale dinamica emerge con chiarezza dall’ultima edizione del Linkontro, l’evento annuale che si configura come un punto di riferimento per il settore del largo consumo. Organizzato a Santa Margherita di Pula da NielsenIQ, l’evento ha offerto spunti critici sulla relazione tra inflazione e comportamenti di acquisto in Italia.

Secondo i dati congiunti di NielsenIQ e GfK, nel primo trimestre del 2024, il giro d’affari relativo ai beni di largo consumo e ai prodotti tecnologici e duraturi ha mostrato una crescita marginale dello 0,7% rispetto all’analogo periodo del 2023, con un fatturato complessivo che ha raggiunto i 45,8 miliardi di euro. Sebbene questa crescita sia positiva, essa rappresenta una decelerazione significativa rispetto agli anni precedenti, segnale di una cauta ripresa economica.

Il settore dei beni di largo consumo (Fmcg) ha totalizzato un fatturato di 31 miliardi di euro nei primi tre mesi del 2024, con un aumento del 3% rispetto allo stesso trimestre del 2023. Questo tasso di crescita, nonostante sia positivo, è ben inferiore rispetto al +9,5% registrato l’anno precedente e riflette una diminuzione della pressione inflazionistica che però non si è ancora completamente riversata in un rinvigorito potere d’acquisto da parte dei consumatori.

Per quanto riguarda i beni tecnologici e duraturi, il settore ha mostrato segni di contrazione più marcati. Dopo un calo del 1,1% nel 2023, il primo trimestre del 2024 ha visto una flessione ulteriore del 3,8%, chiudendo con un fatturato di 14,7 miliardi di euro. Questo decremento nei consumi di tecnologia e beni duraturi potrebbe essere interpretato come un indicativo di un maggiore prudentamento da parte delle famiglie italiane, ancora reticenti a impegnarsi in spese significative vista l’incertezza economica persistente.

Questo panorama riflette una realtà in cui il cittadino medio, pur notando una mitigazione nella crescita dei prezzi, non si sente ancora sufficentemente sicuro per tornare a spendere con la libertà pre-pandemia. L’era della “permacrisi” ha instillato un sentimento di cautela che modula i consumi quotidiani, con un impatto palpabile sulle scelte di spesa a lungo termine.

In sintesi, benché l’inflazione stia rallentando, molteplici fattori, inclusa la persistente incertezza economica e la scarsa crescita dei salari reali, continuano a frenare una ripresa robusta dei consumi personali in Italia. In questo contesto di prudente ottimismo, gli italiani sembrano orientarsi verso una “nuova normalità” economica, caratterizzata da un attento bilanciamento tra necessità immediate e possibili indulgenze future.

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Redazione