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Sfide e Progressi: L’Impatto della Rimodulazione del PNRR e della Riforma Contrattuale sugli Appalti Pubblici

In ECONOMIA
Dicembre 12, 2024

Nel 2023, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha subìto una significativa rimodulazione, un cambiamento che ha scatenato una cascata di incertezze nei progetti in corso. Questa situazione ha evidenziato la necessità impellente di un quadro normativo stabile e inequivocabile, cruciale per la buona riuscita di piani così ambiziosi.

Il recente studio condotto dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), in collaborazione con l’Istituto Regionale Programmazione Economica della Toscana (IRPET), ha messo in luce le ripercussioni di queste modifiche normative sugli appalti pubblici. L’analisi focalizza l’attenzione sui lavori pubblici superiori ai 40.000 euro, avviati dai Comuni tra il 2022 e il 2024, e offre uno spaccato preciso delle dinamiche attuali.

Un dato emerge con chiarezza: la rimodulazione del PNRR ha rallentato i progetti di circa il 14,2%. Questo decremento è più accentuato nelle regioni del Nord e del Mezzogiorno, nonché nei piccoli Comuni, dove la gestione delle risorse e la programmazione possono essere particolarmente sfidanti.

D’altra parte, la riforma del Codice dei Contratti ha introdotto alcuni cambiamenti significativi che, almeno in parte, hanno potuto bilanciare le difficoltà introdotte dalla rimodulazione del PNRR. Uno degli aspetti più evidenti è stato la riduzione dei tempi di affidamento degli appalti, che ora avviene in media 9 giorni più velocemente rispetto al passato. Questa accelerazione è ancora più marcata nel Mezzogiorno: qui, le procedure negoziate vedono una diminuzione dei tempi di circa 20 giorni, un miglioramento sostanziale che potrebbe essere un segnale di ripresa e ottimizzazione amministrativa.

Impattante è anche la trasformazione nelle modalità di gestione degli appalti. Il nuovo Codice ha diminuito del 5,4% l’uso di procedure aperte, favorendo un incremento del 2,3% nell’utilizzo delle Centrali Uniche di Committenza. Questo spostamento può segnalare una tendenza verso una maggiore centralizzazione e potenziale efficienza nelle procedure di affidamento.

Se il quadro che emerge ha le sue complessità, vale la pena notare che non sono state rilevate variazioni significative né nei prezzi né nelle strategie di offerta. I prezzi si sono ridotti in maniera modesta, in linea con il trend degli ultimi dieci anni, e il numero di partecipanti alle gare è cresciuto solo lievemente, suggerendo che le caratteristiche di competitività del sistema non hanno subito scossoni drastici.

Queste dinamiche mostrano un panorama di luci e ombre, dove le innovazioni normative si intrecciano con le necessità di un ambiente più fluido e prevedibile per garantire la realizzazione efficace di progetti cruciali per il futuro del paese. Mentre il governo e gli enti locali lavorano per affinare questi meccanismi, la speranza è che il cammino verso una gestione ottimale delle risorse pubbliche diventi meno impervio. La strada è tracciata, ma solo un impegno costante nel rafforzare la chiarezza e l’efficacia delle normative permetterà di cogliere appieno i frutti di queste riforme.