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Tensioni in Rai: il Caso Serena Bortone e le Ripercussioni sulla Libertà di Stampa

In POLITICA
Maggio 08, 2024

In un clima di crescente tensione e dibattito sulla libertà di stampa all’interno della radiotelevisione italiana, emerge il caso di Serena Bortone, giornalista e conduttrice, recentemente al centro di un procedimento disciplinare che ha scatenato polemiche e accuse verso la gestione attuale della Rai. Il fulcro della controversia si concentra sulle azioni dell’amministratore delegato, Roberto Sergio, precedentemente direttore della radiofonia della Rai, noto per le sue aperte critiche via social nei confronti del Giornale Radio Rai.

La spina dorsale del disappunto verso l’attuale amministrazione si manifesta nella percezione di un controllo eccessivo e soffocante sul lavoro giornalistico, considerato da molti un’ombra minacciosa sulla libertà di espressione dei professionisti del settore. La decisione di avviare un procedimento disciplinare contro Serena Bortone ha quindi acceso un faro critico su quello che Daniele Macheda, segretario dell’Usigrai, descrive come un attacco inaccettabile alla professionalità e all’autonomia del giornalismo.

Le reazioni non si sono fatte attendere. Membri democratici della commissione di vigilanza Rai hanno espresso la loro netta contrarietà, interpretando l’azione come parte di una strategia più ampia volta a intimidire e controllare il panorama informativo. Il termine usato, “Colpirne uno per educarne cento”, evoca una tattica di esemplificazione punitiva che, secondo i critici, avrebbe l’obiettivo di allineare il servizio pubblico a una narrazione governativa.

Nonostante le accuse, durante un’audizione in Commissione di Vigilanza, il direttore generale della Rai, Giampaolo Rossi, ha esposto una difesa della sua gestione, invitando a una cooperazione responsabile e costruttiva. Rossi ha sottolineato l’importanza di proteggere il patrimonio nazionale della Rai, evitando azioni che potrebbero danneggiarlo o denigrarlo. Queste parole, tuttavia, sono state accolte con una dose significativa di scetticismo da parte di coloro che vedono in queste dichiarazioni un velo retorico che nasconde intenti meno nobili.

In tutto questo, la figura di Serena Bortone diventa simbolica, rappresentando la resistenza contro un sistema che molti percepiscono come incline alla censura e alla restrizione del discorso libero. La sua storia si intreccia con quella di altri giornalisti che in passato hanno subito pressioni simili, facendo emergere un pattern che alimenta la preoccupazione per la salute del giornalismo indipendente in Italia.

La questione solleva interrogativi fondamentali sul ruolo del servizio pubblico nella società contemporanea e sulla sua capacità di rimanere un pilastro di pluralismo e di dibattito aperto, essenziale in una democrazia funzionante. La sfida è complessa e multifaccettata, implicando una riflessione profonda sul valore dell’indipendenza giornalistica e sulle garanzie necessarie per proteggerla.

Il confronto tra la gestione della Rai e i suoi critici non è solo una questione interna all’azienda, ma tocca le corde di un dibattito molto più ampio sul futuro dell’informazione, sui diritti dei giornalisti e sulla trasparenza dei media statali, aspetti tutti cruciali in un’era di cambiamenti rapidi e di crescente polarizzazione. La risoluzione di questa tensione sarà indicativa del percorso che l’Italia sceglierà per salvaguardare i suoi principi democratici e il diritto alla libera espressione.