
Il dibattito sull’autonomia differenziata in Italia ha raggiunto un nuovo capitolo critico, con la Campania che diviene la pioniera nel percorso verso un referendum abrogativo. Il Consiglio regionale campano ha recentemente approvato la richiesta di indizione di un referendum, segnando un momento significativo in questa tematica calda e divisiva. La mossa della Campania apre la strada alle altre regioni progressive, tra cui Emilia-Romagna, Sardegna, Puglia e Toscana, che sono attese a seguire lo stesso percorso.
Durante la sessione con il Consiglio, il governatore Vincenzo De Luca ha evidenziato che l’obiettivo non è solo politico, ma mira a salvaguardare l’unità nazionale, posta a rischio, secondo lui, dalla riforma designata. I voti a favore hanno largamente superato quelli contrari: 35 approvazioni contro 9 contrari e una astensione, dimostrando un orientamento nettamente favorevole alla revisione dell’autonomia differenziata.
Ma cosa significa questo risultato per l’Italia? Il quesito principale del referendum mira a revocare completamente la riforma Calderoli, che ha dato origine all’autonomia differenziata. Per assicurarne l’ammissibilità, è prevista anche la votazione su un secondo quesito, mirato esclusivamente all’eliminazione di parti specifiche della legge.
L’irrequietezza è palpabile anche tra i rappresentanti dei territori che potrebbero sentirsi svantaggiati dall’attuale forma di autonomia regionalizzata. Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha evidenziato come l’approccio proposto da Calderoli potrebbe generare una lotta divisiva fra le regioni. Al nord, Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, ha espresso simili preoccupazioni, sottolineando la necessità che ogni accordo riguardante l’autonomia sia controbilanciato da garanzie sui Livelli Essenziali di Prestazione (LEP), fondamentali per tutelare i diritti e i servizi di base a tutti i cittadini italiani.
La discussione appassionata non manca di riflessioni su precedenti riforme amministrative, specie quelle riguardanti il Titolo V della Costituzione, oggetto di precedenti incursioni legislative che hanno influito sulla distribuzione delle competenze tra stato e regioni. De Luca, nonostante difenda l’iniziativa referendaria, invoca un dialogo costruttivo anziché una battaglia politica frontale.
Parallelamente, Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha proposto l’istituzione di un Osservatorio sull’autonomia differenziata, con l’obiettivo non di studiare ma di intervenire politicamente qualora l’attuazione della riforma deviasse dai principi di equità e coesione sociale.
L’evolversi di questa iniziativa referendaria costituisce un capitolo determinante non solo per le regioni di guida progressista ma per l’intero assetto istituzionale del Paese. Mentre le discussioni fervono e le regioni si preparano per i passi successivi, l’occhio pubblico rimane attento, ben conscio che il risultato potrebbe ridefinire i confini dell’autonomia e dell’uguaglianza tra le varie parti del territorio italiano.