
I mercati azionari europei manifestano una tendenza rialzista, catalizzata dall’anticipazione dei nuovi dati relativi al mercato del lavoro statunitense, il cui rilascio è previsto nel primo pomeriggio. Questo momento si rivela particolarmente significativo poiché giunge poco prima delle imminenti elezioni negli Stati Uniti, un evento che mantiene gli investitori in uno stato di vigile attesa.
Il panorama economico si arricchisce con l’indice Stoxx 600, che registra un incremento dello 0,5%, spinto soprattutto dal settore energetico. Questo settore in particolare sfrutta la propulsione data dall’escalation di tensioni tra Iran e Israele, che ha provocato un rialzo nei prezzi del petrolio. In dettaglio, il costo del WTI sale del 2,9%, raggiungendo i 71,2 dollari per barile, mentre il Brent cresce del 2,6%, posizionandosi a 74,7 dollari.
La Borsa di Milano si distingue con un robusto avanzamento, marcando un aumento dello 0,98% e toccando i 34.608 punti dell’indice Ftse Mib. Tra i protagonisti di questa salita troviamo principalmente il settore bancario, con Unicredit che guadagna il 2,7% grazie al riconoscimento da parte di Fitch. Allo stesso modo, Intesa Sanpaolo beneficia di un incremento del 2,4% in seguito alla pubblicazione dei suoi risultati finanziari. Anche le azioni di Mps e Banco Bpm mostrano rialzi, rispettivamente del 2,2% e 1,6%.
Nel settore dell’energia, Saipem registra un aumento dell’1,3% e Eni segna una crescita dell’1%, entrambi sostenuti dal recente aumento dei prezzi del petrolio. Inoltre, Stellantis segnala un progresso dell’1,6%, confermando la tendenza positiva del settore automobilistico.
Tuttavia, non tutte le notizie sono favorevoli. Si osserva una lieve crescita nello spread dei titoli di stato, che ora supera i 127 punti base, mentre il rendimento del decennale italiano incrementa di 3 punti base, raggiungendo il 3,68%.
Anche gli altri mercati azionari europei riflettono un sentiment positivo. Parigi segna un aumento dello 0,54%, Francoforte dello 0,42%, Madrid dello 0,57% e Londra dello 0,46%.
Per quanto riguarda le commodity, il prezzo del gas riduce la sua diminuzione iniziale, cedendo solo il 2%, per stabilizzarsi a 39,7 euro al megawattora. La valuta europea, d’altro canto, soffre una debolezza nei confronti del dollaro, scambiando a 1,0859 dollari.
In sintesi, i mercati europei mostrano una certa resilienza e un ottimismo cauto, rimanendo focalizzati sul breve termine e sulle implicazioni dei prossimi dati sull’occupazione americana. Questo indice sarà decisivo non solo per gli investimenti attuali, ma anche per le prospettive economiche future, in un periodo in cui la politica internazionale potrebbe influenzare significativamente le dinamiche economiche globali.