In una svolta significativa all’interno del panorama giudiziario siciliano, il Gip di Catania ha decretato l’archiviazione dell’indagine per concorso in corruzione che vedeva coinvolti il deputato regionale della Lega, Luca Sammartino, e Daniela Faraoni, ex dirigente dell’Asp di Catania e attualmente commissaria a quella di Palermo. L’inchiesta, originata da un esposto dell’imprenditore Gianluca Dova, ruotava intorno ad appalti per la gestione di software nell’ente sanitario etneo, con accusa principale che si fondava su un presunto scambio di favori per affidamenti diretti.
La scelta di archiviare il caso, come riportato dalla Procura di Catania, si basa sull’insufficienza di prove atte a sostenere l’accusa in sede giudiziaria. Nonostante le delicate implicazioni che una tale indagine potrebbe avere sul decoro e sulla funzionalità delle istituzioni coinvolte, questo esito solleva significative questioni riguardanti la trasparenza e l’integrità nell’amministrazione pubblica, soprattutto in regioni come la Sicilia, storicamente vessate da problematiche di corruzione e infiltrazioni illecite.
Sammartino, figura di spicco della Lega in Sicilia e secondo più votato alle regionali del 2022 con circa 21mila preferenze, ha recentemente rassegnato le proprie dimissioni da vicepresidente della Regione Siciliana e da assessore all’Agricoltura, a seguito della sospensione dalle funzioni pubbliche decisa dallo stesso Gip di Catania nel contesto dell’inchiesta “Pandora”. In tale quadro investigativo, il politico è sospettato di essere coinvolto in due episodi di corruzione: uno legato a possibili scambi di favori politici e l’altro concernente presunti contatti con forze dell’ordine per ottenere informazioni su indagini a suo carico.
L’archiviazione dell’indagine relativa agli appalti Asp non chiude, quindi, le questioni giudiziarie per Sammartino, ma getta una luce su un aspetto interessante della politica siciliana, continuamente alle prese con il difficile equilibrio tra governabilità e legalità. La gestione della cosa pubblica richiede un alto standard di trasparenza e onestà, valori che dovrebbero sempre guidare il comportamento degli eletti e dei nominati in cariche pubbliche. In questo contesto, la giustizia, seppur a volte lenta, rappresenta un fondamentale baluardo nella lotta alle malversazioni e agli abusi di potere.
Ulteriori sviluppi sono attesi sul fronte giudiziario per Sammartino e per altri implicati nelle diverse indagini. Anche se questo capitolo sembra concludersi, il dibattito sulla effettiva pulizia della politica e dell’amministrazione pubblica siciliana è lungi dall’essere definitivamente archiviato. Questo caso, quindi, non solo configura un episodio isolato, ma si inserisce in un più ampio panorama di revisione critica e di rinnovamento cui l’opinione pubblica e le istituzioni devono assiduamente dedicarsi per garantire un futuro equo e trasparente alla collettività.
