

Sabato 17 maggio 2025, alle ore 11, le sale del “Circolo della Stampa” di Avellino torneranno a vibrare di arte e pensiero in occasione dell’inaugurazione della mostra personale della pittrice Rosalia Talamo, dal titolo “L’intima voce del colore”. Un titolo che è già dichiarazione d’intenti, sintesi poetica di una pittura che non si limita a descrivere ma che evoca, suggerisce, interroga l’animo dello spettatore con la forza espressiva del colore. Ospite d’onore della cerimonia, l’Onorevole Gianfranco Rotondi, figura di spicco del panorama politico e culturale italiano, sempre presente nel cuore dell’Irpinia anche in veste di figlio di un artista locale, testimone diretto di un tempo in cui il “Circolo della Stampa” era crocevia culturale della città. Alla vigilia dell’inaugurazione, lo abbiamo incontrato per riflettere con lui sul significato di questa iniziativa, sul valore della pittura di Rosalia Talamo e sul ruolo che arte e politica possono e devono giocare nella costruzione di una comunità più consapevole e sensibile alla bellezza.
Il titolo della personale di Rosalia Talamo è “L’intima voce del colore”: che impressione le ha suscitato questo tema, ritrova una connessione tra arte e introspezione politica o personale?
Certamente è una narrazione intellettuale che intreccia il percorso di vita con l’espressione artistica, come è giusto che sia.
Qual è il valore, secondo lei, di iniziative come questa per il rilancio culturale e identitario di Avellino?
Un tempo il circolo della Stampa era la vetrina degli artisti irpini, lo dico da figlio di uno di loro. Da tempo questa preziosa tradizione si è affievolita, e mi fa piacere che si intravvedono incoraggianti segnali di ripresa.
L’arte contemporanea spesso parla un linguaggio profondo e soggettivo, ha trovato nelle opere della Talamo un messaggio che ritiene significativo per il nostro tempo?
L’arte vive la contemporaneità, ma esprime messaggi duraturi, validi in ogni tempo.
Se dovesse descrivere con una parola l’opera o lo stile di Rosalia Talamo, quale sceglierebbe e perché?
E’un’arte che cattura, fa riflettere, e la stessa opera ogni giorno dice cose diverse, specie a chi – come me – si accosta alla materia da profano.
Pensa che la politica debba fare di più per sostenere giovani e affermati artisti italiani, e se sì, come?
L’arte è stata spesso sostenuta dalla politica, ma per sua natura esige libertà e autonomia dal potere
Grazie
di Giuseppe Di Giacomo





