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In un recente sviluppo nel panorama bancario italiano, Banco BPM ha sollevato obiezioni formali contro l’offerta pubblica di scambio avanzata da UniCredit, portando il caso all’attenzione della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob). La banca ha espressamente richiesto che l’autorità valuti la legittimità e la procedibilità dell’offerta, mettendo in dubbio la sua conformità con le normative vigenti e sollevando preoccupazioni riguardo al trattamento equo degli stakeholder coinvolti.
Il cuore della controversia risiede nell’accusa da parte di Banco BPM verso UniCredit di utilizzare le regole dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) in modo strumentale. Banco BPM sostiene che UniCredit abbia formulato un’offerta a un prezzo inadeguato, con l’intento di limitare la libertà operativa di Banco BPM attraverso l’applicazione della cosiddetta “passivity rule”. Questa strategia potrebbe ostacolare Banco BPM nella gestione delle sue attività, inclusa l’offerta pubblica precedentemente annunciata per l’acquisto di azioni di Anima.
La “passivity rule” impone alla società target di un’OPA di non adottare misure che possano ostacolare l’offerta senza il consenso degli azionisti. L’applicazione di tale normativa in questo contesto specifico viene vista da Banco BPM come un tentativo di UniCredit di bloccare strategicamente la sua capacità di operare liberamente nel mercato, influenzando direttamente gli interessi degli azionisti di Anima.
Infatti, dal punto di vista di Banco BPM, l’operazione proposta da UniCredit non solo mancherebbe di riconoscere un adeguato premio agli azionisti di Banco BPM, ma ignorerebbe anche le implicazioni delle recenti mosse strategiche di Banco BPM, come l’offerta su Anima e i solidi risultati finanziari ottenuti nell’ultimo trimestre. Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco BPM, ha enfatizzato come il prezzo proposto da UniCredit non rifletta il valor vero della banca, considerando le varie iniziative strategiche e risultati positivi ottenuti recentemente.
Inoltre, Castagna ha espresso fiducia nella solidità e nel valore futuro di Banco BPM, sottolineando l’impegno verso i clienti e la perseveranza nell’incremento del valore per gli azionisti. La richiesta di intervento alla Consob è quindi vista come una difesa non solo degli interessi economici della banca, ma anche dei principi di trasparenza e giustizia nel mercato finanziario italiano.
Con questa mossa, Banco BPM non solo cerca di proteggere le proprie operazioni e strategie in corso, ma anche di affermare un principio fondamentale, quello della lealtà e della giusta valutazione in ambito di offerte pubbliche di acquisto. Resta ora da vedere come la Consob risponderà a questa richiesta, una decisione che potrebbe avere implicazioni significative per l’andamento delle operazioni su larga scala nel settore bancario italiano.