
L’avventura di Luciano Spalletti sulla panchina della Nazionale italiana si è conclusa in modo amaro e inatteso. Dopo la pesante sconfitta per 3-0 contro la Norvegia, che ha compromesso le già difficili speranze di qualificazione ai Mondiali del 2026, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha comunicato l’esonero del tecnico toscano. Una decisione dura, ma inevitabile. Durante una conferenza stampa carica di emozione, Spalletti non ha cercato scuse. “Sono deluso da me stesso”, ha ammesso con voce rotta. “Ho creato problemi a tutto il movimento. Non sono riuscito a trasmettere la mia idea di calcio”. Parole forti, sincere, che testimoniano il peso di una responsabilità che l’allenatore ha sentito fino in fondo. Uscito in lacrime dalla sala stampa, Spalletti ha confermato che guiderà la squadra soltanto per l’ultima partita contro la Moldavia, poi rescinderà il contratto. Nonostante le difficoltà, resta il valore di un percorso che aveva generato grandi aspettative dopo il trionfo europeo del 2021. Il passaggio da Mancini a Spalletti doveva rappresentare la continuità di una filosofia, ma qualcosa si è inceppato. Incertezze tattiche, giocatori chiave fuori forma, e un girone di qualificazione insidioso hanno contribuito a scrivere un epilogo che nessuno auspicava. Ora però, è tempo di voltare pagina. La FIGC guarda avanti. In cima alla lista dei possibili successori c’è Stefano Pioli, ex allenatore del Milan e attualmente in Arabia Saudita. La sua esperienza, unita alla capacità di gestire giovani talenti e spogliatoi complessi, lo rende un candidato forte. Sullo sfondo resta Claudio Ranieri, simbolo di equilibrio e carisma, sebbene si vociferi sia più orientato verso il ritiro. L’Italia ha bisogno di ripartire con entusiasmo, lucidità e coraggio. Servono scelte chiare, investimenti sui giovani e un’identità di gioco riconoscibile. Il nuovo CT dovrà affrontare una missione impegnativa, ma non impossibile: ricostruire l’orgoglio azzurro e riportare la Nazionale dove merita di stare. Dopo il tramonto di Spalletti, l’alba di una nuova era potrebbe essere l’occasione per rialzarsi. Perché l’Italia, nella storia del calcio, ha sempre dimostrato di sapersi rialzare. E ora, più che mai, è tempo di crederci ancora.
di Mat. Lib.
