Un passo avanti nella lunga e complessa trattativa per la costruzione del “campo largo” in Campania. Dopo settimane di contatti riservati, l’incontro tra Vincenzo De Luca e Roberto Fico ha prodotto il primo segnale concreto di distensione: il governatore uscente ha accettato di rimuovere il proprio nome dal simbolo elettorale della lista dei suoi sostenitori. La denominazione “Campania a testa alta – Con De Luca” diventa così semplicemente “Campania a testa alta”, una scelta che punta a favorire la convergenza con le altre forze del centrosinistra in vista delle prossime elezioni regionali. “Abbiamo avuto un incontro corretto e positivo per andare avanti e garantire alla Regione Campania di procedere senza che nessuno si perda”, ha dichiarato De Luca questa mattina, adottando toni più concilianti del solito. La mossa è letta come un gesto di apertura verso Fico e i promotori del “campo largo”, che nelle ultime settimane avevano espresso perplessità sulla personalizzazione eccessiva della lista deluchiana. L’obiettivo comune resta quello di costruire una coalizione unitaria capace di contrastare il centrodestra, ma i margini di accordo non sono ancora definitivi. A dividere i due fronti resta il tema del codice etico dei candidati, un punto fermo del progetto politico di Fico. L’ex presidente della Camera chiede che tutti i nomi in lista rispettino criteri rigorosi di trasparenza e assenza di procedimenti giudiziari, condizione che potrebbe comportare l’esclusione di alcuni esponenti storici dell’area deluchiana, tra cui Carmine Mocerino. Fonti vicine ai due schieramenti confermano che su questo nodo non è ancora stato raggiunto un compromesso, anche se il clima del confronto è giudicato “più costruttivo rispetto alle scorse settimane”. Tra i possibili candidati emergenti spicca il nome di Emanuela Sannino, figlia di Palma Scamardella, vittima innocente della camorra uccisa a Pianura nel 1994. La sua eventuale candidatura, su cui Sannino si è riservata 24 ore per decidere, rappresenterebbe un segnale di rinnovamento e di impegno civile, elementi cari al messaggio politico di Fico e alle istanze del campo progressista. La trattativa tra De Luca e Fico segna quindi una fase di equilibrio delicato, in cui ogni concessione pesa sul disegno politico complessivo. Se la rinuncia al nome nel simbolo appare come un gesto distensivo, il vero banco di prova sarà la definizione delle liste e la capacità del “campo largo” di presentarsi unito agli elettori campani. Per ora, la Campania resta al centro del laboratorio politico nazionale: un terreno dove si misurano leadership, alleanze e strategie che potrebbero anticipare gli equilibri futuri del centrosinistra italiano.
di Marco Iandolo

