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Christine Lagarde riafferma: il Bitcoin resterà fuori dalle riserve delle banche centrali europee

In ECONOMIA
Gennaio 30, 2025

In un’epoca caratterizzata da rapide evoluzioni tecnologiche e finanziarie, il dibattito sui cripto-asset e il loro ruolo nell’economia globale acquista ogni giorno contorni più definiti. Recentemente, Christine Lagarde, la presidente della Banca Centrale Europea (BCE), ha ribadito con fermezza la posizione dell’istituzione che guida: il Bitcoin e simili criptovalute non saranno inclusi nelle riserve delle banche centrali dell’Unione europea.

Durante una sessione di domande e risposte, la presidente Lagarde ha rinnovato la sua visione critica nei confronti dei cripto-asset, soprattutto in risposta agli encomi provenienti da figure di spicco come l’ex presidente statunitense Donald Trump, che recentemente si è espresso favorevolmente sull’adozione di tali asset nelle riserve monetarie.

La questione al centro del dialogo finanziario internazionale risiede non solo nella validità del Bitcoin come asset di riserva, ma anche e soprattutto nella sua stabilità e sicurezza come strumento finanziario. Lagarde ha sottolineato che le caratteristiche fondamentali che devono distinguere le risorse tenute in riserva dalle banche centrali includono liquidezza, sicurezza e lontananza da rischi quali il riciclaggio di denaro o altre attività criminali. Questi criteri sembrano escludere categoricamente i cripto-asset, conosciuti per la loro elevata volatilità e per le sfide intrinseche legate al controllo delle attività illecite.

Il punto di vista espresso dal Consiglio direttivo e dal Consiglio generale della BCE mostra un chiaro impegno a mantenere una politica monetaria stabile e prudente. L’approccio conservatore ha l’obiettivo di proteggere l’economia delle nazioni membri, preservando l’integrità e la stabilità della moneta comune.

L’interesse verso Bitcoin e altre criptovalute, sebbene non privo di fundamenti speculativi e di potenziale innovativo, solleva interrogativi cruciali per le banche centrali che mirano a salvaguardare la stabilità finanziaria. La natura decentrata e altamente speculativa dei cripto-asset, unita alla loro potenziale suscettibilità ad abusi, rappresenta un dilemma che istituzioni come la BCE sono chiamate a gestire con cautela.

Ciononostante, il mondo delle criptovalute continua a evolversi, e con esso, anche il dialogo intorno alla possibile inclusione di questi nuovi asset nelle strategie finanziarie nazionali ed internazionali. È chiaro che stiamo assistendo a una trasformazione del panorama finanziario, ma secondo i decisori chiave dell’Unione europea, ancora ci sono molte valutazioni da fare prima di poter considerare cripto-asset come il Bitcoin parte integrante delle riserve ufficiali.

In conclusione, mentre alcuni leader mondiali possono esprimersi a favore di un’integrazione delle criptovalute nei meccanismi finanziari tradizionali, le istituzioni europee restano ancorate a un approccio più cauto, enfatizzando la necessità di uno sviluppo regolamentato e sicuro prima di ogni eventuale adozione all’interno delle politiche di riserva. Con queste premesse, la BCE si posiziona come un bastione di prudenza nell’evolvente dialogo globale sui cripto-asset.