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Controversia a Montecitorio: la Proposta della Lega per Includere lo Stambecco tra le Specie Cacciabili

In POLITICA
Luglio 11, 2024

Recenti sviluppi politici alla Camera dei Deputati hanno scatenato un vespaio di polemiche e dibattiti acceso sull’interazione tra politica e conservazione ambientale. Un ordine del giorno proposto dalla Lega e accolto favorevolmente dal governo Meloni ha messo in discussione la legalizzazione della caccia allo stambecco, suscitando forti reazioni da diverse parti dello spettro politico.

Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, ha espresso una netta contrarietà attraverso una dura dichiarazione sui social network, definendo questa mossa governativa come “una manifestazione di disprezzo verso gli animali”. L’ordine del giorno discusso, appoggiato positivamente dall’esecutivo, suggerisce di aggiungere lo stambecco, insieme al lupo, nella lista delle specie cacciabili.

Questa proposta segna un punto di svolta nel dibattito sulla gestione delle specie protette in Italia, paese noto per la sua ricca biodiversità e gli sforzi tradizionalmente impegnati nella conservazione delle specie a rischio. Lo stambecco, in particolar modo, è una specie che si era trovata sull’orlo dell’estinzione nel passato, soprattutto in certe aree alpine, prima che misure di protezione strenue ne consentissero un lento ma progressivo recupero.

Critici da ambienti ecologisti e di protezione animalista sostengono che tale decisione potrebbe minare gli sforzi decennali di conservazione e ripopolamento di questi mammiferi simbolo delle Alpi. Argomentano che la caccia regolamentata, seppur sotto l’egida della gestione di popolazione, potrebbe portare a una nuova diminuzione numerica di queste specie, specialmente in settori dove la ripresa è ancora fragile e incerta.

Dall’altra parte, sostenitori della proposta evidenziano la necessità di gestire equilibratamente le popolazioni animali che, secondo loro, hanno raggiunto densità tali da poter intralciare l’agricoltura e altre attività economiche locali. Mettono in luce come la caccia controllata possa essere uno strumento di gestione fauna utilizzato da diversi paesi europei, con regolamentazioni specifiche atte a garantire la sostenibilità delle specie.

Nel mezzo di questa controversia sta la figura politica di Giorgia Meloni, chiamata in causa personalmente da Bonelli. La premier non si è ancora espressa direttamente sull’argomento, ma il parere positivo del suo governo all’ordine del giorno fa presagire un appoggio alla modifica legislativa proposta dalla Lega.

Il dibattito sulla caccia allo stambecco apre dunque una più ampia riflessione sul ruolo del governo nell’equilibrio tra sviluppo economico e conservazione ambientale. Ancora una volta, la politica italiana si trova al crocevia tra la tutela della propria inestimabile eredità naturale e le pressioni esogene che mirano a un utilizzo più estensivo delle risorse. La decisione, qualsiasi essa sia, di sicuro segnerà un precedente importante per il futuro delle politiche ambientali e animaliste nel paese.

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Redazione