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Crisi delle Edicole: Oltre 2.700 Sparizioni in 4 Anni

In ECONOMIA
Gennaio 03, 2024
L'Italia Dice Addio al 16% delle Sua Rivendite di Giornali e Periodici, con Impatto su Imprenditoria Femminile e Giovanile

L’era digitale prosegue il suo inesorabile avanzamento, lasciando segni tangibili nel tessuto economico e sociale italiano. Un recente studio di Unioncamere-InfoCamere lancia un segnale d’allarme: quasi 2.700 edicole sono state costrette a chiudere i battenti negli ultimi quattro anni, una netta dimostrazione della crisi che sta colpendo l’editoria tradizionale e i suoi fedeli ambasciatori – gli ‘edicanti’.

La perdita non è solo numerica, è stato evidenziato un decremento superiore al 16%, che sale al 18,6% se si considerano esclusivamente le imprese individuali. Questa riduzione ha interessato tutte le province italiane, con alcune situazioni particolarmente critiche: Isernia ha visto svanire oltre un terzo delle proprie edicole, Trieste e Ancona seguono con tassi negativi che oltrepassano la soglia del 30%.

A contrasto di questa tendenza, emergono le province di Bolzano e Sondrio, le uniche a registrare una lieve crescita, grazie all’apertura di una nuova edicola nel quadriennio considerato. Oristano si distingue mantendendo stabile il numero di rivendite, con un totale di 51 unità.

A settembre 2019, in Italia, si contavano oltre 16.000 punti vendita di giornali e periodici; a fine settembre 2023, quelli rimasti ammontano a circa 13.500. La contrazione delle edicole rappresenta una voragine non soltanto per gli affezionati della carta stampata ma incide negativamente anche sotto altri aspetti.

Uno di questi riguarda l’imprenditoria femminile e giovanile. Infatti, tra le quasi 12.000 imprese edicantili rimaste, 4.450 sono gestite da donne, rappresentanti oltre il 37% del totale, una percentuale notevolmente più alta della media nazionale che vede le donne alla guida del 22% delle aziende. Le edicole si rivelano, quindi, un ambito privilegiato per l’imprenditoria femminile. Allo stesso tempo, 701 imprese sono classificate come giovanili, mostrando come questo settore abbia saputo attrarre anche le nuove generazioni.

Questo trend negativo ha sollevato diverse preoccupazioni, soprattutto per l’importanza delle edicole come punto di incontro sociale e fonte di informazione locale. Gli addii alle edicole non sono solo un simbolo dell’evoluzione dei media e delle abitudini di consumo dell’informazione ma pongono l’accento sulla scomparsa di una figura professionale radicata nella cultura italiana, con effetti ancora da valutare a pieno sul tessuto urbano e comunitario.

In definitiva, il dato di Unioncamere apre una finestra su un cambiamento del paesaggio commerciale italiano che lascia numerosi interrogativi e sfide per il futuro. Solo il tempo dirà se si assisterà a una stabilizzazione del settore o se l’evoluzione in atto proseguirà nel suo corso, ridisegnando ulteriormente le abitudini degli italiani.