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Sbandamento Globale: Le Direzioni Perse dell’Economia Mondiale

In ECONOMIA
Maggio 31, 2024

In un recente incontro presso l’Auditorium di Intesa Sanpaolo, in occasione del Festival Internazionale dell’Economia, è stato presentato un rapporto illuminate ma altrettanto corrosivo riguardo le prospettive del nostro pianeta. Lo studio, intitolato ‘Il mondo ha perso la bussola’, elaborato dal Centro Einaudi con il supporto di Intesa Sanpaolo, palesa un quadro di disorientamento generalizzato, un vero e proprio appello alle forze economiche e politiche internazionali.

Questo terzo Rapporto sul mondo postglobale fotografa una situazione allarmante: la perdita di certezze un tempo ritenute inamovibili. L’economista Mario Deaglio, con note di preoccupata riflessione, afferma che le sicurezze, a partire da quelle geografiche, sono state minate da tumultuosi cambiamenti climatici e geopolitici. L’equilibrio economico globale mostra evidenti segni di esaurimento e la direzionalità passata non è più un riferimento valido.

In questo scenario, secondo Deaglio, sopravvivono pochi punti di riferimento stabili a cui ancorarsi per una navigazione sicura nelle acque tumultuose della geopolitica e dell’economia mondiale di oggi. La crisi di orientamento richiede, quindi, una reimpostazione delle bussola strategica globale, a partire dall’Europa, la quale deve affrontare sfide interne cruciali e rivedere il suo posizionamento nel contesto internazionale.

Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, tocca punti salienti relativi alla posizione strategica dell’Europa, enfatizzando la necessità di colmare il divario tecnologico non solo rispetto agli Stati Uniti ma anche in confronto alla Cina. Sottolinea, inoltre, l’importanza di un sistema bancario robusto che supporti, in particolare, le piccole e medie imprese, vitali per l’economia italiana.

La strategia europea, però, non può fermarsi alla sola economia. È imperativo adottare una visione più unitaria anche per quanto riguarda la difesa, le emergenti tecnologie, le problematiche legate all’invecchiamento demografico e la transizione ecologica. Tutti questi temi richiedono ingenti risorse e un impegno comune a livello di politiche comunitarie.

De Felice auspica che l’esempio di Next Generation EU possa trasformarsi in un modello per nuove iniziative finanziate tramite debito comune, supportando così gli stati membri nella realizzazione di progetti con obiettivi uniformi per l’intero continente.

Tutto ciò mette in evidenza una necessità impellente di riorganizzazione e di nuove strategie di orientamento che possano garantire un futuro sostenibile e più sicuro. Gli stati sono chiamati a fidarsi maggiormente l’uno dell’altro, creando una rete di sicurezza collettiva che possa dipanare i grovigli attuali e pavimentare la strada per progressi significativi.

Questo profondo senso di incertezza e la mancanza di chiarezza nei punti cardinali dell’orientamento globale non sono questioni che possono essere risolte rapidamente. Tuttavia, attraverso un dialogo costante, un impegno condiviso e una revisione critica delle politiche attuali, possiamo sperare di restituire al mondo la bussola di cui ha così disperatamente bisogno.

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Redazione