La Borsa di Hong Kong ha aperto la giornata con un leggero passo indietro, con un calo dello 0,11% nell’indice Hang Seng. Tuttavia, la situazione è sembrata presto aggravarsi per il già turbolento settore immobiliare della città. Il principale sviluppatore immobiliare, Country Garden, ha subito un duro colpo, con un’azione che ha visto la propria quotazione scendere del 5,56%, fino a raggiungere il valore di 0,68 dollari di Hong Kong.
Il mercato immobiliare di Hong Kong è stato per anni un motore fondamentale dell’economia della città, attirando investitori da tutto il mondo. Tuttavia, i recenti sviluppi, inclusa la pandemia da COVID-19 e le tensioni geopolitiche, hanno creato un panorama incerto per il settore. Country Garden non è l’unico sviluppatore a sentirne gli effetti, con altre aziende del settore che hanno segnalato difficoltà finanziarie.
Il problema per Country Garden è emerso a seguito di una richiesta di liquidazione avanzata da un creditore, riguardante il mancato rimborso di un prestito del valore di 1,6 miliardi di dollari di Hong Kong (circa 205 milioni di dollari USA). Questo evento ha risvegliato i timori di una crisi immobiliare sistemica simile a quella che ha colpito la Evergrande lo scorso anno, il gigante immobiliare che ha sconvolto i mercati finanziari con il suo default.
La questione immobiliare a Hong Kong è da anni al centro di aspre discussioni. Mentre la città è conosciuta per i suoi impresionanti grattacieli e i prezzi immobiliari elevati, la questione della sostenibilità e dell’equità del sistema immobiliare è spesso stata ignorata. La situazione attuale potrebbe forzare una riflessione più profonda su questi temi e sulla necessità di un settore più resiliente e accessibile ai cittadini.
Gli analisti sono ora impegnati a determinare se la situazione di Country Garden sia un caso isolato o il presagio di un problema più ampio. Le prossime settimane saranno cruciali per capire l’impatto che questa crisi potrà avere non solo sul settore immobiliare, ma sull’intera economia di Hong Kong. Nel frattempo, investitori e cittadini osservano con cautela, sperando che l’ex colonia britannica possa trovare una via d’uscita dalla spirale negativa in cui sembra essere entrata.
