L’economia italiana si appresta a navigare un periodo di discreta crescita accoppiata a sfide significative derivanti dall’ampliamento del debito pubblico. Il quadro economico per il 2024 prevede un aumento moderato del Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’1%, per rafforzarsi leggermente al 1,2% nei due anni successivi, secondo le ultime stime contenute nel Documento di Economia e Finanza (DEF). Sebbene questi dati possano apparire come un segno di stabilità, le proiezioni sul debito pubblico sollevano questioni di sostenibilità a lungo termine per le finanze italiane.
Il DEF del 2024 mette in luce una traiettoria deficitaria che si modera progressivamente, partendo dal 3,8% e riducendosi fino al 2,7% nel 2026. Ciò dimostra un tentativo di contenimento, ma è l’escalation del debito pubblico a suscitare preoccupazioni maggiori. Con un’impennata prevista dal 134,8% del 2024 al 138,3% nel 2026, gran parte di questo incremento è attribuito agli onerosi costi associati al Superbonus e ad altri incentivi edilizi, che continueranno a gravare sul bilancio nazionale con circa 40 miliardi di euro annui fino al 2027.
Durante una recente riunione a Palazzo Chigi, il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha delineato i contorni del Piano Strutturale di Bilancio (Psb), sottolineando la delicatezza del momento economico e il bisogno di adottare una politica “prudente e responsabile”. Il ministro ha espresso particolare preoccupazione per il debito pubblico “gonfiato dai vari bonus edilizi”, in particolare dal Superbonus 110%, evidenziando l’impegno del governo a non aggravare ulteriormente il carico finanziario sulle future generazioni.
La strategia del governo si concretizza anche nella programmazione di una spesa annuale media contenuta all’1,5% per il periodo contemplato dal Psb, oltre alla previsione di una correzione dello 0,5% sul saldo strutturale. Questo dovrebbe facilitare il rispetto dei nuovi parametri del Patto di Stabilità e crescita europeo, permettendo all’Italia di scendere sotto la soglia critica del 3% di deficit già entro il 2026 e iniziare a pianificare l’uscita dalla procedura di infrazione.
Guardando a questi obiettivi, il compito che si prospetta per il governo è duplice. Da una parte, c’è l’esigenza di mantenere l’erogazione di stimoli fiscali e di sostegno economico per assicurare la crescita, dall’altra, è imperativo controllare e ridurre il debito pubblico in modo da preservare la stabilità finanziaria del paese a lungo termine. La sfida sarà bilanciare con saggezza stimoli fiscali e rigore budgetario, per evitare il rischio di compromettere la sostenibilità fiscale futura.
In conclusione, mentre l’economia italiana mostra segni di un timido ottimismo, le prospettive debitorie pongono interrogativi critici sul futuro economico dell’Italia. La capacità del governo di navigare con successo tra gli scogli di una crescita moderata e di un debito in crescita sarà decisiva per definire la traiettoria economica del paese nei prossimi anni.