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Il Gip al comando del sequestro di dispositivi informatici

In POLITICA
Febbraio 15, 2024
Un cambio di rotta per la procedura di sequestro: la decisione passa al Giudice per le Indagini Preliminari su impulso del Pubblico Ministero

La commissione Giustizia del Senato si trova ad affrontare una rivisitazione normativa che potrebbe segnare un punto di svolta nelle procedure di intercettazione e sequestro dei dispositivi informatici. L’emendamento del relatore Sergio Rastrelli al disegno di legge presentato dall’onorevole Pierantonio Zanettin di Forza Italia introduce una figura chiave nel processo decisionale: il Giudice per le Indagini Preliminari (Gip).

La proposta di riforma mira a conferire al Gip la responsabilità ultima di decidere sul sequestro di un telefonino, di un tablet o di un computer, intervenendo a seguito di una richiesta da parte del Pubblico Ministero (Pm). In tal modo, si ridisegna l’attuale quadro normativo che affidava al solo Pm il potere di deliberare in tali circostanze.

Questa modifica significa che, nel caso in cui ci sia la necessità di procedere con il sequestro di un dispositivo elettronico per esigenze investigative, il Pm non potrà più agire in autonomia ma dovrà presentare una richiesta al Gip, il quale valuterà se ci siano le condizioni per procedere. Con questo nuovo approccio si intende equilibrare l’esigenza di tutelare le indagini con il rispetto dei diritti individuali dei cittadini.

La riforma rientra in un più ampio progetto di revisione delle leggi riguardanti le intercettazioni, cercando di adattarle all’evoluzione tecnologica e ai cambiamenti nella società. In questo contesto, il Pm viene investito di un ruolo di filtro: dovrà esaminare le informazioni raccolte determinando quali possono essere considerate rilevanti ai fini dell’indagine e quali no, un processo che già caratterizza la gestione delle intercettazioni.

Questa maggiore restrittività mira, dunque, a introdurre una maggiore garanzia per i cittadini nei confronti di eventuali abusi, proteggendo al contempo la privacy e i diritti fondamentali dell’individuo. Non va dimenticato l’aspetto della sicurezza giuridica e della necessità di far sì che le indagini si muovano all’interno di procedure chiare e ben definite, per garantire la solidità delle prove raccolte e la loro legittimità in sede processuale.

Mentre il dibattito sul tema è ancora in corso, è chiaro che gli sviluppi tecnologici e l’importanza crescente dei dispositivi informatici nella vita quotidiana richiedono un aggiornamento delle procedure giudiziarie. La proposta legislativa in esame si muove quindi verso una maggiore ponderazione delle decisioni in materia e riflette un’accurata riflessione sulla necessità di bilanciare le esigenze investigative con la tutela dei diritti individuali.