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Il Ponte sullo Stretto in Bilico: Un Invito al Referendum da Catanzaro

In ECONOMIA
Maggio 10, 2024

Nel contesto di un dibattito sempre più acceso riguardo la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, voci critiche si alzano dai capoluoghi delle regioni interessate, sottolineando non solo gli impatti negativi previsti, ma anche la necessità di un coinvolgimento democratico più ampio. Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro, ha recentemente espresso una posizione decisa e critica nei confronti dell’opera, definendola “superflua, dannosa e antieconomica”.

In un clima di tensione politica, dove la mossa di accelerare i processi costruttivi sembrava profilarsi come uno strumento di campagna elettorale, il sindaco ha chiamato a un rallentamento dell’iniziativa, proponendo l’istituzione di un referendum. Questo permesso di scelta diretta ai cittadini calabresi e siciliani rappresenterebbe, secondo Fiorita, un’espressione autentica del consenso o del dissenso popolare rispetto al progetto.

“Non stiamo contemplando la semplice costruzione di un viadotto, ma ci confrontiamo con un’opera che rischia di drenare risorse finanziarie enormi, destinate in origine ai due territori,” ha affermato il sindaco, evidenziando le conseguenze notevoli che tale progetto porterebbe, da uno squilibrio ecologico a cambiamenti irreversibili nel panorama locale. Oltre ai danni ambientali, vi è la preoccupazione per effetti negativi sull’operatività di porti critici, come quello di Gioia Tauro.

La paura che il ponte diventi un “cane da guardia” per i benefici economici delle grandi aziende costruttrici del nord è palpabile. L’opposizione al progetto, quindi, emerge non solo a livello di feasibility economica, ma si estende a dubbi sulla reale equità e distribuzione dei benefici derivanti dalla sua realizzazione.

Fiorita lancia quindi un appello chiaro a Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, chiedendole di prendere in considerazione l’opinione di chi vive nelle aree direttamente interessate da questa grande infrastruttura: “Rifletta e consideri di fermare quello che ho definito l’Attila dei nostri tempi,” ha detto, incitando la leader a valutare con attenzione le vere priorità per lo sviluppo del sud Italia.

In vista della manifestazione “No Ponte” prevista per il 18 maggio a Villa San Giovanni, sembra che la battaglia per il futuro dello Stretto di Messina stia intensificandosi. “Questo è un appello che nasce dal cuore della Calabria e che tocca ogni suo angolo, da Pollino a Stretto,” ha aggiunto Fiorita, sottolineando l’importanza di un movimento trasversale che unisce diversi strati della società in una difesa congiunta del territorio.

In sintesi, la vicenda del Ponte sullo Stretto continua a essere un nodo cruciale per la politica infrastrutturale italiana, rappresentando un caso di studio sul peso delle decisioni centrali nelle dinamiche locali e sul diritto delle comunità locali a parteciparvi attivamente. L’esito di questa proposta di referendum potrebbe segnare un punto di svolta importante non solo per i territori in questione, ma forse, più largamente, per l’approccio democratico a progetti di vasta scala in Italia.