L’ultima analisi pubblicata dall’International Renewable Energy Agency (Irena) evidenzia una situazione critica nel settore delle energie rinnovabili. Nonostante il 2023 abbia segnato un’impennata record negli investimenti, con circa 570 miliardi di dollari destinati alla produzione di energia pulita, questo sforzo senza precedenti risulta ancora insufficiente. Per affrontare le sfide climatiche e rispettare gli accordi internazionali, è necessario un triplice aumento degli investimenti, raggiungendo la cifra imponente di 1.500 miliardi di dollari annuali entro il 2030.
La necessità di una rapida escalation finanziaria si riflette sull’urgente esigenza di espandere la capacità installata delle energie rinnovabili: l’obiettivo è passare dagli attuali 3,9 terawatt (TW) a ben 11,2 TW nel giro di meno di sette anni. Questo incremento di 7,3 TW sarebbe un passo decisivo per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra. Tuttavia, secondo le proiezioni di Irena, anche con un sostanziale aumento degli investimenti, esiste un gap significativo nell’ambito delle politiche energetiche nazionali, che potrebbe lasciare un deficit di circa 3,8 TW rispetto al target previsto.
Complicando ulteriormente la scena, vi è la necessità di raddoppiare l’intensità dell’efficienza energetica da qui al 2030, passando da un miglioramento annuo del 2%, come registrato nel 2022, al 4%. Questo rappresenta una sfida cruciale, specialmente in settori energetici intensivi come i trasporti, la costruzione e l’industria. Il ritmo attuale delle innovazioni tecnologiche e delle implementazioni infrastrutturali deve quindi accelerare notevolmente.
La voce di allarme è stata sollevata direttamente da Francesco La Camera, Direttore Generale dell’Irena, che durante una recente conferenza ha sottolineato come il mancato rispetto dei target fissati alla COP28 di Dubai non solo metterebbe a rischio gli accordi internazionali, ma comprometterebbe l’intero sforzo globale di mantenere l’innalzamento della temperatura media globale entro 1,5 gradi Celsius sopra i livelli preindustriali. È essenziale, secondo La Camera, che i prossimi Contributi Nazionalmente Determinati (NDC) riflettano un radicale cambio di rotta per canalizzare risorse sufficienti nelle tecnologie rinnovabili.
È evidente che il futuro energetico globale dipende non solo dall’ingente aumento degli investimenti finanziari, ma anche da una politica internazionale uniforme e ambiziosa, che possa garantire un’adozione capillare delle migliori tecnologie disponibili e un’effettiva transizione verso un’infrastruttura completamente sostenibile.
L’appello di Irena pone in rilievo la criticità del momento attuale, fungendo da monito per governi, aziende e cittadini: l’azione collettiva e l’impegno concreto sono gli unici strumenti che abbiamo per costruire un domani energicamente sostenibile e climaticamente resiliente. L’investimento nelle rinnovabili, oltre a rappresentare una scelta etica nella lotta contro il cambiamento climatico, si configura sempre più come una necessità economica per assicurare un futuro prospero e stabile a livello globale.