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Impatto degli Impianti Eolici sulla Fauna Aviaria: Una Sfida per la Conservazione

In ECONOMIA
Giugno 05, 2024

Il cambiamento climatico e l’inesorabile ricerca di soluzioni sostenibili hanno spinto l’Italia a investire significativamente nella produzione di energia tramite impianti eolici. Sebbene questa tendenza faccia ben sperare per il futuro energetico del Paese, emerge una crescente preoccupazione per l’impatto d’interferenza di tali installazioni sulla fauna aviaria, in particolare sui volatili in pericolo di estinzione.

Secondo i dati più recenti, le aggressive strategie di implementazione degli impianti eolici si stanno rivelando una minaccia diretta per circa 45 specie di uccelli, tra cui aquile, cicogne e gru. Disturbi particolarmente significativi si notano in specie già fortemente vulnerabili come il capovaccaio e il falco lanario, con aree di nidificazione ridotte e popolazioni già critiche. Questa problematica solleva questioni fondamentali sulla compatibilità tra lo sviluppo energetico rinnovabile e la conservazione della biodiversità.

Una ricerca pubblicata sulla rivista “Biological Conservation” mette in luce che quasi la metà delle morti registrate di uccelli lungo la rotta migratoria africano-eurasiatica tra il 2003 e il 2021 è attribuibile alla collisione con infrastrutture energetiche eolico-elettriche. Con soli 835 incidenti registrati su un totale di 1.704 morti, il dato è un campanello d’allarme che non può essere ignorato.

Il Centro Italiano Studi Ornitologici (CISO) ha recentemente chiesto un’urgente revisione delle procedure di Valutazione d’Impatto Ambientale (Via) e di Incidenza (Vinca) per gli impianti eolici. Maurizio Sarà, presidente del CISO e professore di Zoologia all’Università di Palermo, sottolinea l’importanza di un approccio più olistico e precauzionale. L’obiettivo non è ostacolare il progresso degli impianti eolici, ma migliorare la loro pianificazione per proteggere efficacemente le rotte migratorie e i territori di nidificazione degli uccelli.

Attualmente, le procedure di Via e Vinca, benché essenziali, si mostrano insufficienti se non integrate in una strategia nazionale più ampia che identifichi e protegga le cosiddette “aree sensibili”. L’Italia, con il suo patrimonio naturalistico vasto e variegato, necessita di un preciso e coeso piano di coordinamento che possa delineare zone in cui l’installazione di nuovi impianti sia sconsigliata o persino vietata.

Questa situazione rappresenta non solo una sfida, ma anche un’opportunità per dimostrare come il progresso tecnologico possa coesistere con la conservazione ambientale, attraverso scelte consapevoli e politiche mirate. L’adozione di tecnologie di mitigazione, la modifica del posizionamento dei generatori, e la conduzione di studi approfonditi sulle dinamiche di migrazione delle diverse specie, sono tutte misure critiche che possono ridurre l’impatto degli impianti eolici sulla biodiversità.

In conclusione, mentre l’Italia naviga verso un futuro energicamente più pulito e sostenibile, è fondamentale che questo percorso sia intrapreso con una riflessione profonda sull’impatto ambientale, in modo che la protezione delle nostre specie aviarie non diventi un nostalgico ricordo del passato. Ogni sforzo in questa direzione non sarà soltanto un investimento per la nostra eredità naturale, ma una certificazione del nostro impegno verso un ecosistema globalmente sano e resiliente.

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Redazione