
Nel contesto economico del 2023, gli enti locali italiani hanno testimoniato un notevole incremento nel ricorso ai mutui, con una cifra che ha sfiorato i 1,5 miliardi di euro. Rispetto all’anno precedente, il valore complessivo dei prestiti conferiti è aumentato di 154 milioni, segnando quasi il raddoppio rispetto ai 790 milioni di euro del 2018. Un’indagine condotta dalla Ragioneria Generale dello Stato e dal Centro Studi Enti Locali ci fornisce un’immagine chiara di questa tendenza ascendente.
Focalizzando l’attenzione sui diversi segmenti amministrativi, emerge un dato significativo relativo ai piccoli comuni. Questi, con una popolazione inferiore ai 20mila abitanti, hanno mostrato un incremento del 40% nell’acquisto di mutui rispetto all’anno precedente, ricevendo finanziamenti per un totale di 645 milioni di euro, rispetto ai 461 milioni del 2022. Al contrario, i comuni capoluogo hanno subito un lieve declino del 5,8%, attestandosi a 485 milioni di euro. I comuni di dimensioni maggiori, ma non capoluogo, hanno mantenuto una posizione stabile con un leggero aumento a 289 milioni. Le province, invece, hanno visto una riduzione significativa dei fondi ricevuti, passando da 40 a 27 milioni di euro, con un decremento del 31%.
Uno sguardo ai settori di investimento rivela che una gran parte dei fondi è stata indirizzata verso il miglioramento e l’espansione degli impianti e delle attrezzature ricreative, con un imponente 353 milioni di euro destinati a questo fine, rappresentando circa un quarto del totale dei mutui e segnando un aumento del 45,5% rispetto all’anno precedente. La viabilità, invece, ha visto un calo notevole, con investimenti fermi a 287 milioni, ben 75 milioni in meno rispetto al 2022. Seguono, poi, l’edilizia sociale e pubblica, entrambe con una somma di 226 milioni di euro.
Analizzando la distribuzione geografica dei mutui, si constata una prevalenza degli enti del nord Italia, che hanno assorbito ben 731 milioni di euro, il 51% del totale. Le regioni centrali seguono con 491 milioni, pari al 34%, mentre il Mezzogiorno si colloca all’ultimo posto con 225 milioni, rappresentando il 16% del totale nazionale.
Questi dati non solo quantificano la crescente dipendenza dei governi locali dal finanziamento tramite mutui per realizzare investimenti infrastrutturali e di servizio, ma riflettono anche una diversificazione nell’allocazione dei fondi che potrebbe avere implicazioni a lungo termine sulla qualità della vita nelle comunità locali e sull’efficienza dei servizi pubblici. Inoltre, il crescente debito degli enti locali solleva questioni pertinenti sulla sostenibilità finanziaria a lungo termine di tali politiche di indebitamento.
In tal modo, mentre l’economia italiana continua ad adattarsi e a rispondere a vari stimuli interni ed esterni, l’osservazione dei modelli di finanziamento degli enti locali offre uno spaccato significativo dell’orientamento economico del paese, ponendo le basi per una discussione più ampia su come questi fondi vengano impiegati e quali siano gli effetti a medio e lungo termine.