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In Europa, la Sfida della Povertà Tra Lavoratori e Giovani

In ECONOMIA
Gennaio 28, 2025

In un’Europa che cerca ancora di riprendersi dagli scossoni economici recenti, un dato emerge con preoccupante chiarezza: circa uno su cinque adulti e uno su sei minori vivono sul filo del rischio povertà. Queste cifre non sono solo numeri freddi, ma riflettono realtà tangibili che affliggono milioni di cittadini all’interno delle frontiere dell’Unione Europea. Durante un’audizione alla Commissione Economia dell’Eurocamera, la vicepresidente della Commissione Europea, Roxana Minzatu, ha evidenziato con urgenza la necessità di intervenire per mitigare questa crescente crisi sociale ed economica.

Minzatu ha sottolineato che la povertà in Europa non colpisce esclusivamente coloro che sono esclusi dal mercato del lavoro, ma si estende significativamente anche a coloro che sono impiegati. Il fenomeno della povertà lavorativa persiste silenziosamente, aggravato da retribuzioni inadeguate che non hanno tenuto il passo con la perdita del potere d’acquisto negli ultimi anni. Nonostante segnali di miglioramento, il recupero degli stipendi reali resta una sfida imminente per restituire dignità e sicurezza economica ai lavoratori europei.

Un altro aspetto preoccupante messo in luce dalla vicepresidente è il basso tasso di partecipazione degli adulti a iniziative di formazione professionale. Con soltanto il 30,5% degli adulti coinvolti in programmi di formazione nel 2023, siamo ben lontani dall’obiettivo del 60% previsto per il 2030. Questo divario nella formazione rischia di aumentare ulteriormente le disuguaglianze, limitando l’accesso delle persone a opportunità lavorative dignitose e ben remunerate.

È evidente che la formazione continua e l’investimento in capitale umano siano essenziali per combattere l’esclusione e la marginalizzazione economica. Non solo per rispondere alla domanda di nuove competenze dettate dai cambiamenti tecnologici e dallo sviluppo sostenibile, ma anche per offrire a ogni individuo la possibilità di migliorare la propria situazione lavorativa e personale.

La situazione richiede un intervento coordinato e multifacettato da parte delle istituzioni UE e dei governi nazionali. È indispensabile adottare politiche efficaci che vanno oltre il semplice assistenzialismo, puntando piuttosto su un modello di sviluppo inclusivo che valorizzi il lavoro e promuova la formazione come strumenti fondamentali di emancipazione economica.

In conclusione, questi dati non sono soltanto una fotografia di una difficoltà temporanea, ma un campanello d’allarme per una situazione che potrebbe degenerare se non gestita con la dovuta attenzione e risorse. Un’Europa sociale forte è quella che riesce a garantire equità e opportunità per tutti i suoi cittadini, indipendentemente da età o condizione lavorativa. La lotta contro la povertà e per l’inclusione economica non è solamente un imperativo morale, ma una necessità pratica per assicurare la stabilità e la prosperità del continente europeo nei decenni a venire.