
La settimana si apre sotto una cappa di incertezza per i mercati azionari del Vecchio Continente, indeboliti principalmente dai nuovi dati economici che provengono dalla Cina. In una ripresa che appare sempre più fragile, le principali piazze finanziarie europee hanno avviato la settimana con perdite marginali: Parigi ha perso l’0,8%, mentre Madrid ha visto un calo dello 0,78%. Anche Milano non è stata immune, segnando un regresso dello 0,7%.
Nei territori anglosassoni, sia Londra che Francoforte hanno seguito la stessa sorte con flessioni rispettivamente dello 0,6% e del 0,48%. Questi scostamenti, seppur lievi, riflettono una tendenza alla prudenza tra gli investitori, le cui attenzioni rimangono focalizzate sull’andamento dell’economia globale, ancora post-pandemica e ricca di sfide.
La situazione oltreoceano presenta un quadro differente: i futuri statunitensi hanno mostrato segni positivi, rafforzati dalle aspettative di una ripresa politica. L’attentato mancato all’ex-presidente Donald Trump durante un comizio in Pennsylvania sembrerebbe avere poco scosso i mercati, che piuttosto scommettono su un suo possibile successo elettorale nelle prossime elezioni del 5 novembre. Nel frattempo, il dollaro americano si è apprezzato, raggiungendo quasi i 0,92 euro e attestandosi a 0,77 sterline.
Anche il panorama dei titoli di stato mostra una certa calma. Il differenziale di rendimento tra i Btp italiani e i Bund tedeschi decennali si è assestato a 136,6 punti, con i rendimenti italiani in lieve calo.
Particolarmente toccato è stato il settore del lusso, che ha registrato contrazioni significative. Le cause sono da ricercarsi nei deludenti risultati semestrali di giganti come Swatch, che ha visto calare le sue quotazioni dell’11,1%, e Burberry, che oltre a scivolare del 12,54% ha annunciato la sospensione della distribuzione del dividendo. Sullo stesso fronte negativo anche le italiane Cucinelli e Moncler hanno subito cali.
Il settore automotive non è stato risparmiato dalle preoccupazioni generali, con contrazioni per Volvo e BMW, mentre sul fronte bancario, nomi come Santander e Commerzbank hanno segnato un andamento deficitario.
Mentre il petrolio ha subìto una flessione, invertendo leggermente la sua rotta, il mercato dell’oro continua a dimostrare la sua forza, con un incremento dello 0,27% che porta il prezzo dell’oncia a 2.406,8 dollari.
In scenari così complessi, in cui incertezze macroeconomiche e dinamiche geopolitiche si intrecciano, il comportamento dei mercati rimane cauto. La strategia di molti investitori sembra essere quella di attendere e osservare, in attesa di sviluppi ulteriori che possano fornire una direzione più chiara. Nel frattempo, il panorama finanziario europeo continua a navigare in acque turbolente, cercando di bilanciare gli impatti di una ripresa globale ancora molto incerta e di una serie di sfide interne che necessitano di soluzioni efficaci e tempestive.