In un quadro finanziario globale sempre più connesso e reattivo, le piazze borsistiche dell’Europa mostrano segni di esitazione, con gli investitori che pospongono le decisioni più significative in previsione di nuove indicazioni dalla prima economia mondiale, gli Stati Uniti. L’approssimarsi dell’apertura di Wall Street, unito all’attesa di una serie di dati macroeconomici americani, ha introdotto un elemento di cautela tra gli operatori.
Il listino di Madrid si distingue per la sua debolezza, segnando una flessione dello 0,8%. Questa performance si contrappone a quella di altre importanti borse europee, con Amsterdam che scende dello 0,3% e Londra e Parigi che registrano un lieve calo dello 0,2%. Francoforte, nel frattempo, sembra mantenere una posizione più stabile, approssimandosi alla parità.
Contrariamente al trend generale, la Borsa di Milano si dimostra più resiliente e anzi lievemente ottimista, registrando una crescita dello 0,3%. Uno dei catalizzatori di questo modesto entusiasmo è Bper Banca, che ha visto un’impennata del 5,4% raggiungendo i 5,6 euro per azione. Questo rialzo si deve all’approvazione del piano industriale fino al 2027, che prevede la realizzazione di 4,3 miliardi di euro in utili nei prossimi tre anni e la distribuzione di 3,2 miliardi di euro in dividendi agli azionisti, con un pay-out impressionante del 75%.
Altri titoli di interesse includono Unipol e Banca Popolare di Sondrio, entrambi in aumento di due punti percentuali. Banco Bpm, MPS, Generali e Unicredit mostrano tutti significativi guadagni. Al contrario, Tim registra una discesa di un punto percentuale, seguita da Iveco e Prysmian che cedono rispettivamente l’1,4% e l’1,8%.
Sul fronte valutario, l’euro si mantiene stabile a 1,093 contro il dollaro, mentre lo spread tra Btp e Bund tedesco a 10 anni mostra un leggero decremento, attestandosi a 129 punti base.
Nel settore energetico, segnali positivi provengono dalle quotazioni del petrolio, che sale dell’1,3% raggiungendo i 74 dollari al barile. Anche il prezzo del gas naturale mostra una robusta crescita, salendo del 2,9% e raggiungendo i 39,4 euro per megawattora.
Questi sviluppi noscono in un momento in cui gli investitori cercano di decifrare il flusso costante di dati economici e politici, cercando di anticipare le mosse delle banche centrali in uno scenario internazionale complesso e a tratti turbolento. La cautela rimane quindi la parola d’ordine nelle sale operative, con la consapevolezza che gli equilibri sono delicati e le sorprese, mai troppo lontane, possono scuotere i mercati con poco preavviso.